Urbino, 7 luglio 2013 - Adesso il futuro. La missione è: potenziare l'organico dei magistrati e del personale di Cancelleria. L'attenzione è tutta rivolta ai prossimi mesi, anche se è ancora tanto l'entusiasmo della città per la decisione della Corte Costituzionale di mantenere il Tribunale di Urbino. Lo si è visto ieri durante al conferenza stampa indetta per ufficializzare la sentenza della Consulta e fare il punto sulle istanze del futuro.

L'aula delle udienze era affollata tra avvocati, personale della struttura, rappresentanti dell'ateneo e cittadini, che non si sono persi una parola degli interventi della deputata Alessia Morani, del presidente dell'ordine professionale urbinate Luigi Ciancamerla, del sindaco Franco Corbucci, del rettore dell'Università Stefano Pivato e del direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Paolo Pascucci.

Mancava il presidente del Tribunale, Paolo Cigliola, che ha avuto un ruolo determinante perché è di suo pugno l'ordinanza che, in sostanza, ha rimesso nelle mani della Corte Costituzionale la decisione sul destino della sede urbinate.

«Questa sentenza è una vittoria per tutti i 35 Comuni e i 105mila abitanti che afferiscono al Palazzo di Giustizia di Urbino», ha commentato la Morani, che ha seguito la vicenda dall'inizio e come parlamentare, membro della Commissione Giustizia, ha intrattenuto rapporti determinanti con Roma.

«Adesso - ha puntualizzato - occorre portare avanti un'altra battaglia per ottenere altri tre magistrati nella sede urbinate e mettere a regime il personale di Cancelleria. Infatti quando Urbino è finito nella lista delle sedi da smantellare, il Consiglio Superiore della Magistratura ha bloccato l'organico causando una mole di lavoro eccessiva su solo tre giudici. Serve il personale adeguato per far ripartire in modo corretto la macchina della giustizia, che in questa struttura avrebbe bisogno come minimo di cinque magistrati, ma noi ne chiediamo uno in più per smaltire il lavoro accumulato in questo tempo di attesa. La prossima settimana incontrerò i sottosegretari Ferri e Beretta, che conoscono tutta la questione da vicino, e con loro chiarirò le modalità più veloci per raggiungere l'obiettivo. Il mantenimento del Tribunale rafforza anche l'impegno a difesa della casa mandamentale di Macerata Feltria: con il Provveditorato regionale alle carceri e il Ministero stiamo portando avanti un progetto per trasformarla in casa di custodia attenuata e la vicinanza del Tribunale di Urbino è un punto di forza in questa direzione».

Ciancamerla ha sottolineato l'importanza di mantenere il legame solido che si è creato tra le tante realtà cittadine che hanno dato il loro contributo a difesa della struttura.

«Finalmente - ha detto - l'incubo è finito. L'agonia si è conclusa con un felice ritorno alla vita. La Corte ha accolto l'istanza del nostro presidente ad interim Cigliola, perché la città è non è co-capoluogo ma capoluogo di Provincia, come afferma lo Statuto di fondazione dell'ente che riconosce Pesaro e Urbino capoluoghi con pari dignità. L'Ordine, pur di non lasciare nulla intentato, ha deciso di perseguire anche la via politica, che però si è sempre scontrata con un muro di gomma innalzato dal Ministero che per troppo tempo ha lasciato il nostro Tribunale con la metà dell'organico. Quando il personale è stato messo nelle condizioni di lavorare con tutto il suo potenziale ha sempre superato i limiti di produttività previsti dalle norme e anche nell'attuale situazione di disagio ha svolto i maniera decorosa la sua funzione. L'Ordine si batterà insieme agli altri attori del territorio affinché la struttura torni a funzionare a pieno regime, contando su un Ministero meno chiuso e su un C. S. M. più attento ai nostri problemi e disposto a risolverli».

Un ringraziamento del sindaco Corbucci è andato a chi si è speso per questa battaglia bi-partisan: «E' la prima volta che ho registrato la piena solidarietà del territorio e l'unità della politica. Questa è la vittoria più importante degli ultimi decenni e non riguarda solo la città ma tutto il territorio e ci insegna l'importanza di avere legami diretti con Ancona e Roma».

E' stato trachant il commento di Pivato: «Basta - ha detto - con la sindrome di accerchiamento e la sindrome di Cenerentola di cui soffre la città: nessuno porterà via niente da qui. Urbino ha tutte le carte in regola per essere un punto di riferimento per tutto il territorio circostante, la sentenza della Consulta deve generare una botta di orgoglio nella città. Un ringraziamento particolare va anche ha chi lavorato nel silenzio come Licia Califano, docente di diritto costituzionale e ora membro dell'Autorità per la Privacy, che ha cooperato in modo fattivo e silenzioso con tutte le altre forze».

Pascucci ha rimarcato il profondo legame con l'Università, perché «gli uffici giudiziari e l'Ordine degli avvocati sono fondamentali per l'attività didattica degli studenti che possono continuare a godere di un luogo di formazione vicino senza il disagio di doversi spostare in altre città. E' importante anche in vista delle nuove norme del "decreto del fare" che prevede per i laureati più meritevoli 18 mesi di tirocinio e agevolazioni alle professioni forensi. Il Tribunale e l'Università non sono due realtà distinte ma integrate».

di Valentina Bicchiarelli