Pesaro, 19 luglio 2013 - LA FAMIGLIA di Lucia Annibali mette i sigilli a tutti i beni di Luca Varani. Ha appena ottenuto dal giudice civile il sequestro conservativo di auto e immobili (o frazioni di questi) appartenenti all’avvocato pesarese. Il provvedimento autorizza a bloccare beni fino ad un valore di 4 milioni di euro, ma nella realtà sono stati trovati beni per 100mila euro. In pratica, Varani non ha intestato nulla di particolarmente rilevante. Per questo, la battaglia da parte di Lucia per vedersi risarcita del danno che ha subìto dal lancio di acido in faccia, appare ancora lunga.

FIGURA centrale di questa storia è proprio il suo ex, Luca Varani, 36 anni, avvocato pesarese, che è considerato dalla procura il mandante dell’agguato realizzato da due sicari albanesi indicati in Rubin Ago Talaban e Altistin Precetaj, quest’ultimo appena raggiunto da un secondo mandato di cattura per spaccio di cocaina a Urbino. L’agguato avvenne il 16 aprile scorso, sull’uscio di casa di Lucia. La ragazza stava facendo rientro nel suo appartamento, quando è stata investita dal lancio di acido da parte di sicari che si trovavano già all’interno della sua casa. Vi erano entrati con la chiave (ci sono testimoni che dichiarano di aver sentito aprire la porta della casa mezzora prima il rientro della ragazza).

Una telecamera di servizio di un supermercato ha filmato i due presunti sicari camminare sotto la casa di Lucia un’ora prima dell’agguato. Per i carabinieri, è la prova regina della presenza dei due albanesi a ridosso dell’«obiettivo» che avevano il compito di colpire. A dare l’ordine sarebbe stato Luca Varani, il quale si era reso protagonista fino a quel momento di una serie di atti di stalking a carico della sua ex, ma anche di qualcosa di più grave. Come il tentato omicidio. La manomissione dell’impianto del gas da cucina (tre guarnizioni erano state tolte con fuoruscita di gas) hanno portato alla convinzione da parte degli inquirenti che Varani volesse far saltare l’appartamento di Lucia. Non è successo perché la ragazza è riuscita a girare la manopola del gas prima dell’esplosione.

IERI la procura ha conferito l’incarico alla dottoressa Buscemi di valutare se nel legnetto e nella spugnetta sequestrata a Varani all’interno della cella ci siano tracce del dna dell’avvocato. Sono gli attrezzi che avrebbe usato per eliminare le tracce dell’ustione da acido in una gamba. Se questi sospetti troveranno conferma, i magistrati dimostreranno che Varani ha cercato di nascondere le prove, ossia che quell’ustione se l’era procurata nel maneggiare l’acido in preparazione dell’agguato.

ro. da.