Pesaro, 27 luglio 2013 – Mentre il direttore generale Luciano Goffi lancia "segnali confortanti sul fronte dei costi amministrativi, della gestione degli incagli, e della stabilizzazione del portafogli crediti per Banca Marche", il presidente Rainer Masera sta già lavorando per capire qual è il vero atteggiamento di Bankitalia nei confronti di Banca Marche. Infatti se è vero che, come dice Goffi ci sono "i primi segni di inversione delle principali tendenze", è altrettanto vero che è sulla semestrale - in particolare sul quantum del risultato negativo dovuto agli accantonamenti -, che si misurerà il prossimo futuro di Banca Marche.

Luciano Goffi, ha voluto comunicare ai dirigenti e ai 312 direttori di filiale, in una lettera i primi risultati del piano industriale già avviato con un oltre un miliardo di raccolta diretta in più, dall’altra ha ribadito anche che "Banca Marche nel primo semestre di quest’anno ha potuto ridurre le rettifiche su nuovi crediti a rischio, mentre gli accantonamenti fatti hanno riguardato per almeno due terzi posizioni già note e già classificate. E’ aumentata — è la conclusione di Goffi — la capacità della banca di governare il rischio credito".
 

Così mentre Grillo rilancia sul refrain "Banca Marche come Mps", resta da capire se l’obiettivo è salvare la banca (con annessa autonomia) oppure farla affondare per cederla a prezzi di saldo ad un grande gruppo.

Intanto l’istituto ha pubblicato sul suo sito un messaggio rassicurante destinato ai clienti: "Banca Marche è — afferma la nota — in una fase di transizione complessa, dalla quale è in grado di uscire autonomamente in un ragionevole lasso di tempo, con il sostegno dei propri azionisti, dei propri collaboratori e di un territorio fatto di imprese e famiglie con le quali la Banca intende mantenere il forte e costruttivo legame di sempre. Da tempo Banca Marche è oggetto di una sovraesposizione mediatica che tende a descrivere, spesso con toni allarmistici e ingiustificati, la situazione di quella che è la principale banca del territorio marchigiano". Nella note si ribadisce le scelte effettuate sugli accantonamenti e quelle a venire sul piano industriale.