Pesaro, 18 ottobre 2013 - “Basta sfruttamento,basta precarietà”. E’ questo lo slogan che più di ogni altro ha scaldato il corteo eterogeneo di persone, almeno trecento, che questa mattina ha aderito allo “Sciopero sociale” per le vie di Pesaro (guarda le foto).

Quella degli studenti è stata certamente la compagine più numerosa, ma a muoversi per le vie del centro storico, da piazzale Lazzarini a via San Francesco, passando davanti al Palazzo del Governo in piazza, sono stati anche esponenti di varie associazioni culturali e sindacati, centri sociali, disoccupati, precari e pensionati.

Tra questi Csa Oltrefrontiera Anarchici Valcesano Bottega Di ResistenzaGlobale Alternativa Libertaria Collettivo Klan-destino Collettivo Spazio Bianco Collettivo Per l’Autogestione Pcl Pesaro Rete Disoccupati Precari Studenti - Pesaro Urbino Pantarei Urbino. La mobilitazione aveva come obiettivo la sensibilizzazione verso temi nevralgici di uno stato sociale sempre più in difficoltà nel garantire “lavoro, casa, salute”.

Così tra le bandiere è comparso un po’ di tutto: dall’Unione Inquilini, alla lista civica dei Liberi per Pesaro fino ai No Tav. Intensa la presenza delle forze dell’ordine, ma tutto si è svolto nell’assoluta tranquillità dei manifestanti che oltre ad aver animato la protesta con slogan, canti e fumogeni hanno preparato striscioni lasciati come monito all’entrata del Comune.

Una sorta di messaggio per le istituzioni riguardo la politica abitativa: “No sfratti, no sgomberi e casa per tutti" è diventato il motto che insieme a "si al lavoro, non alla precarietà” ha portato anche più di un passante ad applaudire e dimostrare sostegno ideale alla manifestazione. “Fanno bene a protestare - dice una signora bionda, già nonna, che per ascoltare il corteo ha interrotto il suo giro in bicicletta - perché veramente non c’è prospettiva per i giovani. Abbandonare l’Italia non può essere l’unica possibilità di una vita dignitosa”.

Ilaria Sartini, studentessa del Colletivo Bianco, è preoccupata anche per la poca adesione avuta dai suoi coetanei: “Lo sciopero sociale avrebbe dovuto portare in piazza l’indignazione per diritti ormai negati, a prescindere dai bisogni settoriali. Invece vincono scetticismo e indifferenza. Un po’ mi dispiace, ma ce l’abbiamo messa tutta per spiegare le ragioni della manifestazione di oggi”.

Sul sito del pesarese Centro sociale Oltrefrontiera, tra i coordinatori dell’iniziativa provinciale, tra i commenti di soddisfazione per come è andata la manifestazione si anticipa che quello avvenuto sarà: “Il primo passo di un progetto di lotta collettiva, continua e coordinata a livello provinciale”. “Daje”.

v.r.