Pesaro, 31 ottobre 2013 - CHE CI FACEVA un furgone-frigo della Romania con 6 quintali di tartufo nero e bianco ad Acqualagna? Lo hanno sorpreso l’altra sera i carabinieri del posto assieme al Nas di Ancona. Il furgone non viaggiava di nascosto. Il camionista aveva una bolla di consegna e sembra che dovesse portare il prezioso alimento ad un commerciante molisano che era presente ad Acqualagna per la fiera nazionale del tartufo. Un carico del genere, ma solo se spacciato per made in Italy, può valere più di mezzo milione di euro. Non è la prima volta che il mezzo viene fermato dai carabinieri di Acqualagna.


GIÀ nel luglio scorso, era stato controllato: viaggiava con 10 quintali di tartufo nero. In quel caso il carico era destinato al mercato americano. L’altro ieri, invece, i Nas hanno visto in un piazzale di Acqualagna il solito camioncino con a bordo l’autista rumeno e il commerciante molisano, acquirente del carico. In base alla bolla di viaggio, c’erano 45 chili di tartufo nero in eccedenza, sequestrati. Ma perché erano lì se erano diretti a Isernia? E’ quello che i carabinieri cercheranno di approfondire per scoprire se in occasione dell’apertura della fiera del tartufo di Acqualagna scatti la corsa del furbo, ossia se commercianti di altre località cerchino di smerciare un tartufo di provenienza incerta ma che poi trova un «battesimo» doc ad Acqualagna. Un po’ come succede, o almeno succedeva, fino a poco tempo fa con l’olio extravergine di oliva doc, spacciato come italiano al 100 per cento, ma che commercianti disonesti compravano da Marocco e Tunisia per poi tagliarlo con olii deodoranti. In quel caso, i produttori onesti segnalarono la truffa portando ad arresti e condanne.

PUO’ succedere questo anche col tartufo, compreso quello di Acqualagna? Questo è riconosciuto come un prodotto doc in tutto il mondo (con i prezzi che ora viaggiano sui 1000 euro al chilo per il bianco, meno della metà per il nero). Il pericolo è che questo mercato faccia gola a chi non ha nessun interesse a difendere un patrimonio di credibilità e soprattutto di bontà del prodotto. Perché se è vero, come è vero, che un tartufo di Acqualagna si riconosce a «naso» da uno di Timisoara, è pure acclarato che non tutti ne sanno distinguere l’odore. Si limitano ad acquistarlo a prezzi correnti senza sapere che non ha nessun collegamento con Acqualagna. Il sindaco Andrea Pierotti ha commentato il sequestro di quei 45 chili di «nero»: «Siamo felici che ci siano questi controlli per eliminare qualunque tentativo di frode. Il Comune ha istituito una commissione di controllo che verifica la provenienza, le qualità e la certezza del luogo di provenienza. I controlli avvengono a campione e questo garantisce l’acquirente in ogni momento». Il camioncino pieno di tartufi intanto è ripartito col suo carico verso Isernia.

ro. da.