Pesaro, 28 novembre 2013 - «QUI FIDO è il benvenuto». D’ora in poi i nostri amici a quattro zampe non saranno più costretti ad aspettare fuori dai bar o dai ristoranti. E i padroni non dovranno impazzirsi per trovare la pizzeria disposta ad accoglierli. Da qualche giorno infatti, è entrata in vigore una norma che stabilisce che non esistono motivi igienici per impedire l’accesso ai cani nei locali pubblici. E così, in tutto lo stivale dovranno scomparire i fastidiosi cartelli “Io non posso entrare”. A condizione naturalmente che Fido sia accompagnato dal padrone, che sia tenuto al guinzaglio e indossi la museruola se di grossa taglia. Si tratta di una piccola rivoluzione “animal friendly” che condizionerà favorevolmente la vita di oltre 7 milioni di italiani in possesso di un cane. Di questi, quasi 13.000 vivono in città, e tanti ci vengono in vacanza.

FINO a ieri, le difficoltà non erano poche, visto che molti esercizi impedivano ai nostri amici anche solo di affacciare il musetto. E spesso si assisteva al pietoso spettacolo di Pluto parcheggiato in strada e legato al palo della luce (pochissimi locali si erano dotati di ganci all’esterno). Una situazione che ancora una volta ci vedeva in pesante ritardo rispetto all’Europa, in cui l’ingresso dei cani nei pubblici esercizi è in vigore dal 2004. La norma che scardina i divieti per Fufi è contenuta in una nota del manuale sulle norme igienico sanitarie presentato dalla Fipe, la Federazione che raggruppa 200.000 gestori di pubblici esercizi d’Italia. In una riga a pagina 88 si dice che i cani per essere ammessi “devono semplicemente essere condotti al guinzaglio e muniti di museruola”. Basta questo per far cadere tutti i divieti. Il manuale è stato redatto con il Ministero della Salute e dunque rispetta tutte le disposizioni di legge. La grande forza del provvedimento è legato al fatto che le nuove direttive hanno il potere di superare gli eventuali divieti stabiliti dalle ordinanze comunali. «Anche il Ministero della Salute ha avallato che non esistono motivi igienici per vietare l’ingresso di un cane in un locale pubblico — ha confermato il direttore generale della Fipe, Marcello Fiore — quindi se il negoziante non lo vuole, lo fa per motivi suoi, ma così perde tanti clienti. Abbiamo promosso questo provvedimento perché stimolati anche da tanti turisti indignati, ma oltre ad essere una misura anticrisi e contro l’abbandono, migliora il rapporto uomo cane».

«NON C’È nessun problema — afferma Mario Di Remigio, titolare del ristorante Polo, nonché presidente dei ristoratori di Confcommercio —. E’ una cosa giusta che noi adottiamo da tempo. I problemi non li causano gli animali, ma i loro padroni, che a volte adottano comportamenti poco consoni, come quando danno da mangiare sul tavolo. Normalmente non ci sono reclami, magari per evitare disturbi, se ci sono più cani contemporaneamente li sistemo in parti lontane della sala. Oggi i cani sono diventati parte della famiglia. Anche io ne ho uno e per noi è così». «Accettare cani all’estero è un’abitudine consolidata — conferma Gabriele Orazi, dei ristoratori di Confesercenti — e lo sta diventando anche da noi. Un po’ per necessità, ma anche perché cresce la sensibilità. Certo, bisogna adottare qualche accortezza. Sembra paradossale, ma qualche volta creano più problemi i bambini scalmanati. Ovviamente tutto dipende dall’educazione di genitori e padroni».

A GIOCARE d’anticipo rispetto agli altri è stata la galleria commerciale dell’Auchan di Fano, dove già da un anno cani e padroni sono liberi di passeggiare in tutti gli spazi pubblici. Una sensibilità che strizza l’occhio alla possibilità di fare nuovi affari, e in periodo di crisi la cosa non guasta. La stessa misura però non è accettata a Pesaro: all’Ipercoop e all’Iper Rossini Fufi è ancora costretto a stare fuori. Chissà che la nuova legge non convinca anche loro. Altrimenti resterà l’ennesima occasione persa.

Francesca Pedini