Pesaro, 22 febbraio 2014 - IL DIBATTITO sul futuro dell’ex-Consorzio Agrario al Porto si è sviluppato, parallelamente, alla questione ex-Amga, visto che è un’area limitrofa (sempre al Porto, ma su viale Trieste davanti ai giochi gonfiabili) quella interessata all’edificazione con il Poru. Invece l’ex-Consorzio Agrario (di proprietà della Carducci srl, la società che ha edificato l’attuale tribunale) si potrà costruire grazie al Piano Casa. Sì, proprio lo strumento che di solito è utilizzato per alzare un piano, chiudere un terrazzo, allargare un po’ la villetta di famiglia. Qui c’è da sviluppare un progetto residenziale ex-novo, grazie ad una legislazione urbanistica un po’ farraginosa e un Comune che nel settore urbanistica va un po’ a strappi.

LA STORIA. Infatti nell’area ex-Consorzio, al posto dell’edificio/deposito di prodotti cerealicoli, è prevista un’«edificazione urbana» sin dal Prg del 1990. Tradotto dopo dopo 24 anni: si possono costruire appartamenti ed esercizi pubblici a piano terra. Come? Il piano regolatore del porto non c’è, nel Prg del 2003 l’area non era stata inserita in attesa di una strumentazione specifica. Ora, però, proprietari possono utilizzare il Piano Casa. Non solo lo possono utilizzare, ma sono stati autorizzati a farlo dalla delibera di consiglio comunale numero 22 del 7 febbraio 2011. Delibera che ha tolto il divieto per l’uso del Piano Casa in alcune aree specifiche della città previsto da un precedente atto di consiglio del novembre 2009. Tra queste aree, oltre a Miralfiore e Celletta, c’era proprio il Porto. Delibera votata con 37 favorevoli su 38 presenti: astenuto Trebbi, assenti Fiumani, Ippaso, Manenti e Olmeda. Insomma il consiglio comunale non poteva non sapere che così, sull’ex-Consorzio, dava il via libera al Piano Casa.

I NUMERI. Sulla base di quella delibera i privati della Carducci srl hanno presentato un progetto di abbattimento e ricostruzione, firmato dallo studio di architettura Gaudenzi & associati per circa 7mila metri quadri di edificazione, in gran parte residenziale, strutturato su due edifici alti 7 piani (come l’edificio alle spalle ex-Enaip/Benelli) con un prospetto di piazza a venire. L’intervento utilizza in parte l’aumento di cubatura previsto dal Piano Casa: il 20% sull’esistente. L’architetto Marco Gaudenzi spiega: «L’edificio è un insieme di silos ed è molto degradato. Poco c’entra con l’archeologia industriale...». Forse niente, ma sul Piano Casa qualcuno dentro il consiglio comunale avrebbe da ridire. Ma tornare indietro rispetto alla delibera del 2011 pare pressoché impossibile.