Pesaro, 15 marzo 2014 - «POSSIAMO indicare i tempi per la bonifica dell’ex-Amga: si partirà il primo settembre ed occorreranno 57 giorni per risanare i terreni. Per le acque di falda, invece, serviranno da 6 ai 12 mesi».

Ad annunciare il concretizzarsi delle operazioni è stato il sindaco Luca Ceriscioli, affiancato dall’amministratore delegato di Marche Multiservizi Mauro Tiviroli e dall’assessore all’Ambiente Giancarlo Parasecoli. Dopo il coinvolgimento della società partecipata, le cose sembrano finalmente procedere. Ma prima che Tiviroli possa bandire la gara d’appalto per l’affidamento dei lavori, si dovrà attendere la fine di aprile per l’approvazione da parte del consiglio comunale del bilancio consuntivo, dal cui avanzo dovrebbero arrivare i soldi per pagare le operazioni. Dopodiché occorrerà l’atto dirigenziale per l’affidamento a Marche Multiservizi dell’intervento e tutto potrà partire. «Una volta bonificato il terreno — ha garantito Ceriscioli — si potrà procedere anche alla costruzione della torre mancante, mentre per le palazzine a schiera, si dovrà attendere il completamento degli interventi sulle acque di falda».

IL PERIODO indicato per lo start è ancora provvisorio. Se l’amministrazione conta di iniziare prima possibile (e comunque dopo l’estate), Mauro Tiviroli mette le mani avanti affermando che potrebbe esserci uno slittamento di qualche settimana in funzione di due condizioni: «Il perdurare del caldo e i tempi tecnici della gara». Ancora non si sa se sarà necessario sgomberare l’area per qualche giorno, nelle fasi più “calde” dell’intervento. L’ad della Multiservizi ha anticipato che lo decideranno insieme all’Arpam quando si toglierà il telo. «Il progetto di bonifica di Petroltecnica ci guiderà come il Vangelo — ha assicurato Tiviroli —. Prima di togliere la copertura dovremo capire cosa c’è sotto. Insieme all’Arpam valuteremo i vapori e i sistemi di mitigazione più adeguati. Comunque non dovrebbero essere nocivi. E in caso, basterà abbatterli con gli strumenti oggi a disposizione». Tutto questo si farà nella fase preliminare prevista per ora dal 1 al 22 settembre. «Prima della rimozione dei terreni — prosegue Tiviroli — sarà fatta la captazione dell’acqua, che verrà aspirata (in modo da rendere il terreno asciutto) e trattata dall’impianto già esistente. I 4.000 m³ di terra da smaltire invece, dovranno essere “caratterizzati” e dall’esito delle analisi si deciderà il sito in cui portarli».

PRIMA di portar via i terreni contaminati però (ipoteticamente dal 13 ottobre e il 18 novembre), la ditta che vincerà l’appalto dovrà anche demolire e rimuovere le famigerate vasche in cemento. «Fatto questo — ha detto Tiviroli — ci dedicheremo alla bonifica dell’acqua. Si realizzeranno fori di 3 o 4 pollici in cui inseriremo pastiglie di ossigeno. Al termine di tutto, sarà posizionato un nuovo telone con controlli periodici da parte dell’Arpam per valutare le evoluzioni della falda». Intanto la Regione ha aggiunto nei criteri del Patto di Stabilità anche la bonifica. «Questo è importante per il secondo riparto dei fondi di ottobre — ha concluso Ceriscioli —. Qualche risorsa aggiuntiva potrebbe arrivare anche da lì».

Francesca Pedini