Urbino, 16 marzo 2014 - «Certo, mi hanno contattato anche da Asolo per propormi di fare il sindaco, anzi mi hanno chiamato da almeno altre quaranta città d'Italia. Sarebbe mai immaginabile per un altro candidato urbinate?».

Ammette e un secondo dopo provoca, Vittorio Sgarbi, com'è nel suo stile, ma gioca a carte scoperte, cosa rara in politica. A chiedergli di guidare il Comune veneto è stato un amico, Attilio Zamperoni, direttore artistico dell'Asolo Art Film Festival.

«Lì, la situazione è molto diversa - spiega senza tanti giri di parole - il sostegno è unanime, non c'è un Pd che fa la guerra. Io non ho bisogno di sedere su nessuna poltrona, fosse per me mi chiamerei fuori da tutto, ma se me lo chiedono io valuto, anche perché le tante proposte mi lusingano, sono un riconoscimento importante. Mi hanno contattato da città bellissime e interessanti, come Panicale, Chianciano, Altomonte, Tropea, perfino da Firenze, dove però ho subito rifiutato perché non voglio mettermi contro Nardella».

Allora, ha deciso chi accontentare?

«Urbino è la priorità, dobbiamo combattere un Pd fascista e arrogante, ma l'unico modo è unire le forze anti dem, fare un'alleanza credibile in grado di non disperdere i voti, altrimenti favoriremmo soltanto il Pd. Se Gambini fa marcia indietro e mi sostiene abbiamo buone probabilità di spuntarla; se non ci sta, non farò una lista solitaria per ottenere il 20 per cento, penalizzerei l'alternativa alla vecchia politica».

Ma lei farebbe l'assessore alla cultura di un'eventuale amministrazione Gambini?

«No, o sindaco o niente. Io corro per vincere e voglio una candidatura sostenuta dalla città, al di fuori di poteri consolidati. Se il Pd mi avesse coinvolto nelle primarie, ora godrebbe di una coalizione sostenuta dai Verdi, forte e rappresentativa».

Tirando le fila: la situazione è ancora in itinere e niente è scontato. Rimane da vedere cosa succederà martedì a Milano, dove Sgarbi incontrerà Gambini in occasione dell'inaugurazione di Eataly, e mercoledì ad Asolo, dove il professore sarà accolto in visita.

Non le sembra che questa confusione confermi l'idea di chi la considera inaffidabile come sindaco di Urbino?

«No, la proposta di Asolo rende ancora più significativa la mia candidatura a Urbino, dimostra quanto io sia tenuto in considerazione e quanto sia importante la mia disponibilità per il futuro della città, quello che posso fare io non può farlo nessun altro né dentro né fuori il Pd. E' chiaro che si tratta anche della mia vita e ho il diritto di valutare quale decisione sia più adatta a me».

di Valentina Bicchiarelli