Pesaro, 2 aprile 2014 - Dirlo in termini brutali, ma ricorrenti, non sanno ancora “di che morte devono morire”. Sono i 550 dipendenti della Provincia di Pesaro e Urbino che, a pochi giorni dall’approvazione in Senato della riforma svuota-Province, guardano con preoccupazione il cammino verso le costituzione delle aree vaste (o liberi consorzi di Comuni) che assorbiranno, insieme alle Regioni, funzioni e personale dei cancellati enti.

Hanno incontrato in una affollata sala del consiglio provinciale il presidente Matteo Ricci, ottenendo almeno due certezze: "Nessuno qui dentro rischia il posto. Ma dovete prepararvi ad una lunga fase di transizione che inizierà l’1 gennaio 2015". Fino ad allora, nella completa indeterminatezza di una legge ancora tutta da scrivere, la macchina provinciale resterà uguale. In via Gramsci gli unici ad andarsene saranno i consiglieri provinciali e, probabilmente, anche lo stesso Ricci se sarà eletto prmo cittadino di Pesaro. A settembre i sindaci del territorio si riuniranno in una conferenza che stenderà lo statuto del nuovo ente che verrà governato, a costo zero, da un consiglio di 12, tra sindaci e consiglieri comunali eletti, e presieduto da un primo cittadino "possibilmente dell’entroterra, per non cadere nelle vecchie logiche campanilistiche" dice Ricci.

Debutto previsto, all’inizio del 2015. Altro punto fermo è che le nuove province avranno molte meno funzioni: "Manterranno trasporti, pianificazione, viabilità, edilizia scolastica, ambiente, alcune deleghe ai servizi tecnico-amministrativi e i servizi di parità di genere". Tutte le altre deleghe passeranno a Comuni e Regione, cosa che determinerà lo spostamento dei dipendenti provinciali. "Come verranno garantite le aspirazioni di carriera e le aspettative di mobilità del personale, se i comuni non avranno capacità di spesa per assumere? O se le Regioni assumeranno con un contratto diverso?" ha domandato un dipendente. "Il capitolo degli stanziamenti è ancora tutto da scrivere — ammette Ricci —. Per questo, invito i presenti a prendere in esame un eventuale trasferimento verso il Centro per l’impiego e il Megas, servizi di cui ci sarà sempre bisogno". E la polizia provinciale, che fine farà? Il consigliere Roberto Giannotti (con i Popolari per l’Europa già alleato di Ricci) ha sollecitato a mettere mano sin d’ora a "un piano che tenga conto dei servizi". Ricci assicura che le cose sono già a buon punto. Parole che ostentano tranquillità. Ma non devono convincere proprio tutti, se un’impiegata, uscendo, si lascia sfuggire: "Che Dio ce la mandi buona!"