Pesaro, 17 aprile 2014 - L’ex presidente di Banca Marche Michele Ambrosini ci sta a finire sulla graticola ma non a farsi rosolare in silenzio: «Se vengo accusato di associazione a delinquere perché avrei avallato mutui senza garanzie o affidamenti ad amici degli amici chiedo allora di sapere che cosa hanno combinato le due società di diligence che avevamo incaricato di controllare la filiera autorizzativa della banca, mi chiedo perché la stessa Banca Italia ci ha sanzionato «solo» per 6mila euro scrivendo nel 2011 che avevamo prontamente provveduto a recepire le loro indicazioni.

Mi chiedo perché, quando personalmente ho chiesto al consiglio d’amministrazione nel 2011 di affiancare al direttore generale Bianconi un’altra figura che avrebbe dovuto sostituirlo al termine del mandato fissato per il 2012, mi sono sentito dire no da tutti i soci, a partire dalle fondazioni di Pesaro, Jesi, e Macerata, che lodavano il direttore perché garantiva utili ai soci e dunque esercitava al meglio il mandato conferitogli. Ci sono anche video su youtube molto eloquenti del presidente della fondazione di Macerata Franco Gazzani che chiede a Bianconi la garanzia degli utili. E poi mi chiedo: se Bianconi faceva affari con Casale comprando case a Roma, veniva a dirlo a me? Io e il resto del cda non abbiamo mai visto un atto o una delibera che non fosse perfettamente avallata e autorizzata da tutti gli uffici delegati. Che cosa dovevo fare come presidente? Andare a chiamare tutti i vari funzionari per farmi dire se c’era qualcosa di losco sotto o se c’erano clienti favoriti piuttosto che altri? Sono entrato in banca nel 1994 e non ho mai coltivato degli orticelli personali. Mai. Non ho mai avuto tornaconti e la mia indennità non era certo legata ai mutui o agli affidamenti della banca. Ma la domanda che mi faccio è questa: se siamo indagati ora di associazione a delinquere, non lo eravamo però per gli affidamenti che abbiamo fatto all’aeroporto di Ancona che ci scongiurava di pagare il carburante per far partire gli aerei pieni di persone che altrimenti sarebbero rimasti in pista, non lo siamo stati per aver dato finanziamenti a tambur battente per arginare le frane, le alluvioni, i terremoti che hanno colpito in più occasioni le Marche. Banca Marche è stata la spina dorsale di questa terra, non credo che questo merito si debba negarlo».

All’ex presidente di Banca Marche, che risponde di associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita, si contesta la possibilità che si possa esser arricchito o possa aver avuto benefici da clienti della banca che si sono affidati al suo studio legale per tutele di vario tipo. Un’eventualità che Ambrosini ha rigettato subito dicendo di non aver mai avuto clienti per commistione con la banca che presiedeva. La guardia di finanza di Ancona dopo aver ricevuto esposti dall’attuale direzione di Banca Marche per gli affidi concessi negli anni passati sia attraverso la banca che col Medioleasing, ha eseguito una serie di perquisizioni in case e uffici. «Sono venuti a casa mia e nel mio studio per sincerarsi sui miei clienti ed hanno controllato tutta l’anagrafe dello studio. Non ho mai nascosto niente nel mio modo di presiedere la banca, e tantomeno in questo difficile momento. Vorrei avere un incontro con i magistrati ma questo dipende ovviamente da loro. Io continuo a fare il mio lavoro e a guardare con fiducia al futuro».

ro. da.