Pesaro, 30 aprile 2014 - NOZZE GAY: Fausto Schermi chiede all’ufficio di stato civile del Comune di Fano la trascrizione del proprio matrimonio con Elwin Anthony Van Dijck, celebrato in Olanda nel 2008. Dopo la sentenza del Tribunale di Grosseto (3 aprile 2014) che ha imposto al capoluogo maremmano la trascrizione di un matrimonio tra due italiani celebrato a New York 2012, Schermi e Van Dijck hanno pensato fosse giunto anche per loro il momento di vedere riconosciuta la loro unione. I documenti sono pronti, manca solo un ultimo certificato in arrivo da Schiedan, il comune olandese dove la coppia si è sposata, poi ci sarà la consegna ufficiale al comune di Fano, magari nelle mani dello stesso sindaco Stefano Aguzzi.

«IO ED ELWIN siamo cittadini europei — afferma Schermi, ex dirigente del Comune di Fano, ora in pensione — il nostro matrimonio è riconosciuto in tutto il mondo, non capisco perché non lo debba essere anche in Italia. Matrimonio celebrato in un paese dell’Unione Europea e secondo il diritto olandese, ripeto regolare in Europa e nel mondo». Se il Comune di Fano dovesse rifiutare la trascrizione, Schermi è pronto ad un atto clamoroso: chiedere l’asilo politico al re d’Olanda. La coppia, che nel frattempo ha adottato un ragazzo che ha 22 anni ed è fidanzato con la figlia di una loro amica, vuole ottenere la trascrizione del matrimonio non solo per avere riconosciuti alcuni diritti, ma anche «per dare alla città una speranza. Per tutti ci dovrebbe essere la possibilità di essere gay senza esclusione dalla società. Noi viviamo una realtà — spiega Schermi — che manifesta grande sensibilità per la disabilità, ma nessuna attenzione per la normalità». E ancora: «Chi non riesce a dichiarare la propria omosessualità e la vive in maniera nascosta, magari dentro matrimoni con figli che durano anni, porta con sé un dolore enorme».

DA QUI LA DECISIONE di chiedere il riconoscimento dell’atto di matrimonio celebrato a Schiedan il 16 agosto del 2008 all’ufficio di stato civile di Fano : in sostanza il riconoscimento di una famiglia che esiste già dal 2008 con persone che si voglio bene, condividono un figlio ed hanno un progetto di vita comune. «Noi — conclude Schermi — non ci siamo mai sentiti discriminati, abbiano sempre avuto testimonianze di solidarietà, d’affetto e di stima. Siamo una bella coppia che si ama e non ha mai subito discriminazioni. A questo punto vorrei che alla mia famiglia fosse riconosciuto il valore che ha e la dignità di appartenenza a tutti i suoi componenti».

An. Mar.