Urbino, 18 maggio 2014 - I giorni passati non tornano, ma anche una sola fotografia può rimettere in moto i ricordi di una città intera. Fino al 24 maggio nel foyer del Teatro Sanzio, in occasione di "Sale la nebbia ad Urbino...", l'omaggio della città a Ivan Graziani, 25 scatti di Claudio Meloni riportano alla memoria altrettanti momenti urbinati del grande cantautore.

«Si tratta di scatti effettuati tra il 1966 e il 1968» ci racconta l'autore. «Allora ero un ragazzino appassionato di cinema e fotografia e Ivan Graziani era l'unico vero personaggio di valore musicale presente in città. Arrivò a Urbino che già suonava con un gruppo di suoi conterranei, i "Nino Dale and his modernists". Fecero una sola esibizione nel locale "Go-Kart", ma Ivan si integrò in breve tempo con l'ambiente urbinate: era un bel ragazzo, suonava la chitarra, ci sapeva fare con le ragazze. Insomma aveva tutto quello che serviva per essere un personaggio».

Basta per diventare un grande cantautore?

«In effetti penso che il suo valore aggiunto fosse nell'essere un artista nel senso più completo: lui venne a Urbino per studiare all'Istituto d'Arte e dai suoi disegni puoi rivedere anche oggi le sue canzoni e comprenderle ancora più a fondo. Quando con Valter Monacchi e Velio Gualazzi misero assieme "Ivan e i saggi" io divenni il loro fotografo ufficiale e per me fu una grande occasione, sia di divertimento che di crescita professionale. Quando divennero poi "L'Anonima Sound" grazie all'incontro con Gilberto Amati dell'Altro Mondo di Rimini, potei entrare in contatto con case discografiche e agenzie che poi mi portarono a lavorare a Torino, prima con Nino Bardeggia e poi da solo come direttore della fotografia. Tanti anni ci divisero, prima di tornare a incontrarci nel 1990 per girare due clip di Ivan, prima "La sposa bambina" e poi "Emily" che fu il suo ultimo video. Perciò, quando l'assessore Attilio Fini mi ha chiesto di riproporre le foto per questa occasione ho detto sì con entusiasmo, senza rendermi conto che i negativi delle foto di allora erano andati perduti. Per fortuna Lorenzo Arabia, autore del libro "Ivan Graziani, Viaggi e intemperie" e la moglie di Ivan Anna Bischi avevano delle copie ma rovinatissime, che soltanto la maestria del fotografo e amico torinese Massimo Forchino ha saputo restaurarle con un lavoro incredibile e certosino».

Oggi che insegna "Metodi e tecniche di produzione video" all'Università di Urbino, può dirci che valore hanno queste immagini?

«In questo caso quello che conta non è il valore artistico. Si tratta di documenti che ripropongono e testimoniano il rapporto di Ivan con Urbino e l'ambiente di allora».

E cos'è rimasto a Urbino, di questa storia?

«Venticinque foto e le canzoni di Ivan».

di Tiziano Mancini