Due storie a lieto fine nel mondo dell'impresa. Ecco tre giovani che non trovando lavoro hanno tentato di farcela da soli. I loro racconti

Susanna e Monica

Urbania (Pesaro e Urbino), 25 maggio 3014 - Non soltanto crisi economica. Dal momento nero dell'economia mondiale, traspaiono anche alcuni lati positivi che tengono accesa la speranza. Sono molti infatti i giovani under 30 che si mettono in proprio e aprono partita iva, entrando nel mercato del lavoro in prima persona e tentando di rimanere a galla.

E' il caso di Susanna Lucerna e Monica Giorgiani, 24 anni, rispettivamente di Urbania e Fermignano, che a coronamento di un percorso di studi, ma soprattutto di una smisurata passione, si sono lanciate nell'avventura di uno studio fotografico.

Entrambe laureate con il massimo dei voti alla Libera Accademia di Belle Arti di Rimini, le ragazze hanno anche fatto le cameriere in diversi locali e dopo numerosi progetti e collaborazioni nel campo della fotografia, ed ora spiccano il grande salto nel mondo del lavoro.

Quali sono stati i primi passi per mettersi in proprio?

«Erano anni che pensavamo a questo progetto, che collezionavamo ritagli di riviste e schizzi per il nostro studio ideale e intanto organizzavamo l'idea di intraprendere la strada della progettazione, anche perché al giorno d'oggi presentarsi alle aziende o anche ai piccoli privati senza un background professionale significa non essere presi in considerazione. Date le varie esperienze che stavamo intraprendendo,abbiamo aperto partita iva. Successivamente abbiamo preso in affitto un un garage per avere un nostro punto di riferimento e per tenere le nostre cose, come il materiale da studio, i fondali, le luci e le foto stampate».

Come è stato il primo confronto col mondo del lavoro autonomo?

«Quello che da subito abbiamo potuto constatare è che là fuori c'è una giungla piena di meravigliose scoperte come di trabocchetti ed ostacoli imprevisti. Essendo molto giovani e poco esperte abbiamo trovato nel percorso di marcia persone che hanno creduto in noi e che ci hanno aiutate tantissimo ma al contempo anche persone che se ne sono approfittate. Inizialmente era tutto nuovo e lavoravamo su progetti anche la notte pur di farli venire professionali e vincenti. Quando sei dentro l'università non ti rendi conto in maniera totale di cosa c'è e cosa comprende il mondo del lavoro e di quante problematiche possono capitare. Ma quando lavori con passione e vuoi tirare fuori il meglio superi ogni problema. Abbiamo constatato che sopravvivere in un ambiente sempre più competitivo richiede molto impegno».

Preoccupazioni, aspettative e sogni per il futuro?

«Abbiamo incontrato delle preoccupazioni tipiche di noi giovani come la paura di avere poche esperienze, aiuti o punti di riferimento e sostegno. Il mondo d'oggi, per noi giovani, sembra invece un oceano e trovare la buona via senza essere bombardati dagli input esterni che ci frastornano è veramente difficile. Un tempo bisognava lavorare sodo ma si rimaneva al sicuro nelle proprie certezze invece adesso viviamo comodi, coccolati da mille agi ma senza sapere come gestire l'insicurezza generata da un mondo che sembra farsi ogni giorno più complesso».

Cosa dite a chi si appresta a fare un percorso come il vostro?

«Datevi da fare, credere in se stessi e lavorare duramente a testa bassa per la propria passione, cercare sempre di dare il massimo lamentandosi il meno possibile. Perché se già una volta la meritocrazia non sempre era assegnata, ai tempi d'oggi lo è ancora di meno».

Matteo Antonini

Sant'Angelo in Vado (Pesaro e Urbino), 25 maggio 2014 - Matteo Antonini, vadese, ha 27 anni e si è diplomato come odontotecnico all'Istituto G. Benelli di Pesaro nel 2006.

Per 8 anni ha collaborato con vari laboratori di tutta la provincia ed ora aprirà in proprio nel suo paese un laboratorio odontotecnico e un centro dentale al cui interno ospiterà specialisti odontoiatri.

Da cosa è maturata questa decisione?

«L'idea l'ho sempre avuta fin dal giorno del diploma. Due anni fa ho perso il lavoro e, nonostante ne abbia cercato uno simile in tutto il centro Italia senza successo, invece di scoraggiarmi ho deciso di tentare quest'avventura. L'esperienza accumulata in questi anni di collaborazioni mi fanno pensare che potrebbe essere il momento giusto».

Quali sono state le prime impressioni del contatto in prima persona col mondo del lavoro?

«Le difficoltà nascono soprattutto con la burocrazia, sono necessari un sacco di incartamenti. Spesso mi son trovato di fronte persone competenti che sanno indirizzarti, ma anche chi, con poca chiarezza, ti rimbalza da un ufficio all'altro. Nell'accumulare informazioni per aprire ho contattato anche colleghi tedeschi che mi hanno raccontato che in Germania per aprire un'attività come la mia bastano delle pratiche sbrigabili in una giornata e una tassa di 23 euro, mentre io sono mesi che sto dietro soltanto alla parte burocratica».

Quali sono le preoccupazioni, le aspettative e i sogni per il futuro?

«Sicuramente avrò impegni e compiti che da dipendente non avevo, sarò responsabile in prima persona di tanti aspetti come quello fiscale, di ragioneria e soprattutto di far felice il cliente. Le aspettative sono molte, perché ho voluto differenziare l'offerta del mio studio puntando su tecnologie all'avanguardia che non sono presenti nelle nostre zone, che possono garantire un maggior ventaglio di prodotti ad un prezzo competitivo. Spero che tutto vada bene e che il mio studio possa diventare quello che sognavo al diploma, avrò bisogno anche di fortuna, ma credo nella mia intuizione».

Cosa vuol dire ai coetanei che pensano di fare un passo come il suo?

«Credo che questo momento storico sia caratterizzato dalla incertezza, soprattutto per i giovani. Prima di decidere cosa fare bisogna pensare a tutte le opzioni, e un giovane deve pensare anche alla via di lasciare l'Italia, perché magari certe competenze all'estero sono più ricercate e più stimate. Io ho scelto di restare qui e di provarci a casa mia».

di Andrea Angelini