Pesaro, 4 giugno 2014 - IL PRIMO pensiero è stato quello di chiamare un’ambulanza. Poi, quando ha visto quell’auto ripartire come se nulla fosse accaduto, nonostante gli airbag esplosi all’interno, seminando pezzi in tutta via Respighi e via Cimarosa, ha capito che le priorità dell’automobilista erano altre: darsi alla fuga. Il sole era ancora alto quando, alle 19.30 di lunedì, dalla finestra di casa Massimo Fattori ha visto materializzarsi sotto gli occhi questa scena: uno schianto fragoroso, una botta violentissima, la sua auto parcheggiata al lato della strada letteralmente accartocciata (muso e fiancata a pezzi) e quella del vicino di casa seriamente compromessa. Con l’altra macchina, pur ridotta a “brandelli” di lamiera, in fuga. E pure a passo spedito. Perché un passante, presente sul posto al momento dell’impatto, dopo averne preso la targa ha provato con notevole senso civico a inseguirla in sella a un motorino ma si è dovuto fermare per evitarne i pezzi lasciati via via per strada.

FATTORI, dopo aver denunciato l’accaduto, non si è fermato: ha deciso di ricorrere a facebook come “motore” di ricerca. «Ho raccontato su facebook l’accaduto, con la richiesta di condividere la notizia il più possibile – racconta – fino a quando qualcuno mi ha scritto dicendo di aver incrociato in strada quell’auto ridotta a pezzi dirigersi verso il Miralfiore. Poi, un altro ha visto l’auto distrutta, come ho descritto io, parcheggiata. Sono andato subito lì, l’ho fotografata e ho incrociato la targa con quella presa dal testimone. Era l’auto che cercavo: era di una donna. Le ho lasciato un biglietto con il mio numero di cellulare. In serata mi ha chiamato e si è giustificata dicendo di essere fuggita perché era andata nel panico. I miei danni però ammontano a svariate migliaia di euro. Ed è rimasta danneggiata anche la macchina della mia vicina. Dopo la botta stavo pure per chiamare l’ambulanza, invece è ripartita... Non ci si comporta così, anche per questo ho cercato in tutti i modi di rintracciarla».

Gianluca Murgia