Pesaro, 29 giugno 2014 - LA MOSTRA del Nuovo Cinema ha appena spento 50 candeline, una per ogni edizione. Un traguardo importante, solo Venezia vanta più anzianità. E’ stato un mezzo secolo breve, nel senso che i tempi si sono rincorsi così in fretta che anche quel “Nuovo” che caratterizza la rassegna
ha rischiato di invecchiare. In 50 anni la Mostra ha perso molto del suo appeal e, ancora di più, i finanziamenti. Due verità inconfutabili. Negli ultini tempi, dalla direzione Spagnoletti, c’è stato, forte, il tentativo di legarsi alla città: questa è una mostra internazionale ma il suo presente e, soprattutto,
il futuro, si gioca sulla qualità del vincolo con Pesaro.

E non dite che è provincialismo. Il Rof è il più internazionale dei festival ma è un sinonimo di Pesaro.
Da oggi una piazza della nostra città porta il nome di Lino Miccichè, il fondatore della Mostra, è un buon inizio per i secondi 50 anni. A patto che si riesca a rinsaldare un rapporto che negli anni è venuto meno ogni qualvolta si è tentato di realizzare, in principio l’idea era cineteca, qualcosa che dimostrasse che tra Pesaro e cinema ci sono delle radici in grado di far crescere una pianta il cui frutto non si cosumi in una sola settimana di giugno ma che sappia resistere anche nelle altre stagioni. Quando tutti sono tornati a Roma.

Paolo Angeletti