Tutti sui banchi. Anzi, tra i filari

Primo giorno in vigna per la quarta B dell’Istituto Agrario “Cecchi”. Una seguitissima lezione sul campo

Lezione sul campo, anzi tra i filari (Foto Vitali Rosati)

Lezione sul campo, anzi tra i filari (Foto Vitali Rosati)

Pesaro, 16 settembre 2016 - C’è chi il primo giorno di scuola lo trascorre in classe e chi in vigna.

E’ il caso della classe quarta B dell’Istituto Agrario Cecchi che ieri, insieme all’insegnante Michele Piersantini e al tecnico Samuele Micheli, hanno raccolto alcuni grappoli per verificarne la maturazione. «Oggi è un giorno molto importante – ha detto il prof ai ragazzi in tuta da lavoro – perché si vede l’impegno di un intero anno».

Infatti il sole e la terra da soli non bastano. Il prof prende un grappolo di albanella, uva che caratterizzala vigna per la produzione del bianco: è bella e opacizzata «dalla patina idrorepellente della pruina che la protegge da muffe».

I ragazzi ridono, combattono con la tuta: «tiene caldo» scherza una ragazza, che appena può libera le spalle. Però la lezione viene seguita con interesse e anche se pochi sanno cosa sarà di loro una volta preso il diploma, è già chiaro che due cose saranno nella loro vita indelebili: l’immagine armoniosa di Villa Caprile e il rapporto intelligente con la natura.

«I risultati dipendono dalla capacità di allevare la vigna» riassume Sara Denti. Già, la pianta è come un animale. «Le esperienze di laboratorio sono vere e proprie esperienze di lavoro – spiega Piersantini –. Si parla di allevamento perché se la pianta, lasciata senza quella che è la crescita addomesticata, non viene in nessuna maniera regolamentata con operazioni colturali, quindi allevata, non avrebbe le performance produttive attese».

E la vigna che dolcemente si affaccia sulla città è una palestra, ma anche un libro di scienza. «Prima viene la conoscenza – racconta Micheli – anche storica delle coltivazioni. Qui i ragazzi possono trovare impianti tradizionali come il cordone speronato adottato dai nostri nonni, al Guyot semplice» perché «quello che è importante capire – sottolinea Piersantini – è che l’agricoltura non è un dogma, ma un insieme di esperienze che in un determinato luogo vengono messe a frutto».

Così s’impara anche che in termini reali e non romantici, eletta guardiana della vigna è la rosa.

«Vero: la rosa essendo molto più sensibile a quelli che sono gli antagonisti fungini della vigna – conferma Piersantini – istruisce l’allevatoresui trattamenti che devono essere fatti».

Ieri non è stata giornata di raccolta. «No solo di campionamento – riprende il prof rivolto ai ragazzi –. Dobbiamo conoscere con precisione il grado zuccherino perché, in rapporto a quello che è l’acidità del succo dell’uva, ci darà la qualità del vino. Sono rapporti molto importanti, regolati dall’enologo in base ai parametri che si vogliono raggiungere».

Già, l’enologo, quella figura si esperto in cui Filippo Tazzieri, vorrebbe trasformarsi. Intanto con orgoglio regge la cassetta di prodotti, i vini da tavola prodotti dall’azienda interna alla scuola Ita Cecchi, premiati tra i migliori delle scuole agrarie d’Italia.

«Orgogliosi? – chiosa Tazzieri –. Certo li abbiamo fatti noi». L’approccio alla materia è quello di una realtà di ricerca e non di profitto. «Sì abbiamo la fortuna di avere un obiettivo diverso da quello aziendale– conclude Piersantini –. E’ giusto che l’impresa abbia come obiettivo il profitto, noi come scuola, supportiamo le aziende nel trovare forme nuove che ne possano migliorare la resa o la competitività in un mondo sempre più globalizzato. Innovazione nella tradizione è il nostro motto».