Ambulanze senza telepass, costrette alle file

In autostrada, e anche se in sirena, devono mettersi in coda al casello con la Viacard

Folla a un casello in autostrada

Folla a un casello in autostrada

Pesaro, 17 febbraio 2018 - Ambulanze ferme al casello, con le sirene spiegate e i soccorritori costretti a pagare il pedaggio. Sembra uno scherzo, eppure è quello che dall’1 gennaio 2015 accade sulla rete autostradale italiana. Il motivo è quasi banale: scaduto l’accordo con Autostrade per l’Italia, la società privata che gestisce la rete, i telepass gratuiti in dotazione ai mezzi di soccorso sono stati disattivati. L’esenzione del pedaggio rimane in piedi solo se si interviene per soccorrere feriti sull’autostrada o per effettive urgenze, quando in una manciata di minuti bisogna correre verso l’ospedale più vicino. Ma, anche in questi casi, tutti mezzi di soccorso sono tenuti a fermarsi al casello come i comuni mortali perdendo, chissà, secondi (o addirittura minuti) preziosi.

Ed è proprio questo il punto: a distanza di oltre tre anni, l’Area Vasta 1 non ha ancora dotato i propri mezzi con un telepass a pagamento per superare il casello senza fermarsi. La circostanza è stata segnalata da alcuni operatori che chiedono di restare nell’anonimato. «E’ già capitato – raccontano - che le ambulanze che trasportano pazienti gravi siano state costrette a mettersi in fila alle barriere. Ma il trasporto d’emergenza non può aspettare nel traffico». Non resta che fare la fila, quindi. Non solo le ambulanze con la sirena spiegata, ma anche quelle impegnate nei viaggi dei dializzati, per il trasporto del sangue o dei malati trasferiti da un ospedale all’altro: tutte devono armarsi di pazienza e pagare il ticket come i normali automobilisti restando, specie d’estate quando il movimento turistico aumenta, in coda sotto il solleone.

«In qualche occasione, addirittura, è anche capitato che gli autisti, per questioni di servizio, abbiamo superato i caselli d’entrata facendosi alzare la sbarra, ma poi siano stati fermati all’uscita e chiamati a pagare il transito per tutta la tratta, oltre alle sanzioni». Infatti non ci sono scusanti se non si mette mano al portafoglio: in questo caso l’azienda sanitaria è chiamata a scontare una sanzione amministrativa, tramutata in un’ammenda di 81 euro, mentre all’autista vengono decurtati 3 punti dalla patente.

La questione, insomma, è molto delicata ma l’Area Vasta non sembra averla presa davvero di petto. «Abbiamo i mezzi di soccorso con i documenti pronti da consegnare per il ritiro dei telepass, ma nessuno si prende la briga di farlo – è la denuncia degli operatori - Ancora adesso, da maggio scorso, 12 ambulanze nuove di zecca sono costrette a fermarsi nei loro viaggi verso Ancona o Pesaro. Lo scorso ottobre gli autisti sono stati dotati di una Viacard, ma non basta. Fino a quando dovremo fare la fila per il pedaggio?».