Bambino morto per otite, omeopata nel mirino. "Pensavo fosse solo influenza"

Il medico indagato coi genitori per la morte del piccolo Francesco di appena 7 anni. "Non voleva che il piccolo andasse in ospedale"

L’ospedale pediatrico Salesi di Ancona (Foto Antic)

L’ospedale pediatrico Salesi di Ancona (Foto Antic)

Cagli (Pesaro-Urbino), 30 maggio 2017 - È morto di encefalite. Altrimenti era un bambino sanissimo. L’autopsia sul corpo di Francesco di 7 anni di Cagli non ha lasciato dubbi: lo ha ucciso l’infezione cerebrale dovuta all’otite. Che è stata curata per due settimane con l’«arnica montana» e prodotti omeopatici simili. Sarebbe servito invece un comunissimo antibiotico. «Se l’avesse preso, il bimbo sarebbe ancora vivo» ha detto ieri il primario della rianimazione del Salesi Fabio Santelli. Il quale non sapeva un dettaglio: il dottor Massimiliano Mecozzi ero certo della guarigione di Francesco. Per sincerarsene era andato apposta a Cagli, a casa sua, la mattina di 23 maggio quando i genitori intendevano già portare il bimbo in ospedale dopo due settimane di dolore. Aveva la febbre, poca forza, vomitava, tendeva ad assopirsi, non era più lui. Mecozzi si è precipitato a Cagli adottando un sistema rapido per visitare il bambino: si è avvicinato a lui, lo ha stretto verso di sé, prendendogli entrambe le orecchie come se fosse Pinocchio. Poi le ha tirate ripetutamente: «Visto, Francesco non si lamenta. Ve l’ho detto che era guarito. Via è passato tutto». Dodici ore dopo, il bambino è entrato in coma senza più riprendere conoscenza morendo tre giorni dopo. 

Ma neppure l’aggravamento delle condizioni avvenuto nella notte ha fatto scendere il medico dal piedistallo delle sue convinzioni. Ha cercato al telefono all’1.30 di notte di imporre al medico del 118 Mirco Volpi di lasciare il bambino a casa, di praticargli una terapia domiciliare, di non somministrargli antibiotici e tachipirina. Il medico ha risposto che il bambino era da codice rosso, avendo accertato una criticità cerebrale.

La madre, al telefono con Mecozzi, ha ottenuto comunque di abbassare la dose di tachipirina da somministrare come le diceva Mecozzi. Il bambino non stava quasi più rispondendo alle sollecitazioni. Dice l’avvocatessa Marilù Pizza, legale del dottor Mecozzi: «Il mio assistito ha curato per oltre vent’anni migliaia di otiti con piena soddisfazione dei pazienti. Siamo di fronte a un evento luttuoso eccezionale che non era ipotizzabile. Il dottor Mecozzi è cosciente di aver fatto tutto quanto era in suo potere per guarire il bambino. Per questo siamo ansiosi di conoscere gli accertamenti dell’anatomo patologo affinché si scopra la natura del batterio. C’è grande dispiacere per quanto accaduto, ma il dottor Mecozzi non ha avuto limitazioni nel continuare a svolgere la sua professione medica».    Che ha avuto un curioso pit- stop soltanto pochissimi anni fa. Infatti il dottor Mecozzi lo si poteva incontrare col camice grigio all’Obi di Pesaro, il supermarket della ferramenta, come addetto alla vendita dei trapani. Non faceva più il medico da anni, prima per seguire «Roveto Ardente», associazione religiosa che preannunciava l’apocalisse imminente, poi per «scelta professionale» come ha spiegato l’avvocato Pizza. Fino a tornare ad indossare il camice bianco come medico omeopata, ottenendo subito successo con migliaia di pazienti. Che lo difendono tuttora. Adesso è indagato insieme ai genitori di Francesco per omicidio colposo. 

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E' stato fissato il funerale del piccolo Francesco che si terrà mercoledì 31 a Cagli, dove tutto il paese sta partecipando alla tragedia. «Un angelo che se ne è andato troppo presto» dicono i compaesani.