Pesaro, in cento alla Palla per dire "basta al degrado"

I residenti vicino al cavalcaferrovia raccontano le loro notti

Striscione alla Palla (Fotoprint)

Striscione alla Palla (Fotoprint)

Pesaro, 25 settembre 2017 - Ne sono arrivati meno di quello che pensavano gli organizzatori: "Ma sempre molti" dice Guido Maroccini, che su fb attraverso il profilo ‘Pesaro è stanca’ aveva dato appuntamento ieri mattina alla Palla di Pomodoro a tutti i pesaresi che intendono protestare per chiedere maggiore sicurezza. C’erano famiglie, pensionati, passanti e qualche giovane, forse un centinaio di persone che avevano srotolato lo striscione: "Pesaro chiede maggiore sicurezza, cosa aspettate?". Maroccini era convinto, in base ai ‘mi piace’ di facebook di portare più gente: "Vuol dire che i pesaresi non sono così stanchi dell’insicurezza come si dice in giro» ha commentato. Vicino a Maroccini, c’era la battagliera pensionata Cristina, che abita al 105 di viale 24 Maggio: "Io ho comprato un appartamento nel palazzo nuovo di fianco al cavalcaferrovia, dove sotto c’è un piccolo bar. Davanti ho il parchetto della Resistenza dove vanno a nascondersi e a drogarsi. Io non posso uscire da casa la sera. E’ troppo pericoloso. Lì c’è un raduno di gente che non so come classificare. Urlano, urinano per strada, le donne rom addirittura lo fanno in piedi, bevono, fanno a cazzotti tanto che una volta ci ha rimesso anche il gestore del bar. Il quale poveretto non so come faccia a non aver paura e a rimanere aperto. In quell’incrocio, tra il parchetto, il sottopassaggio pedonale e quel negozio di liquori e alcool in via Montegrappa, ogni notte è un azzardo".

Un'altra signora, Clelia, che abita nello stesso palazzo di Cristina ma al 109: "E’ un condominio nuovo, costruito molto bene, con belle finiture. Si starebbe da re. Ma sotto è un inferno. Quando abbiamo acquistato un paio di anni fa non era così, assolutamente no. Non c’era nessuno che poteva dare fastidio. Ma adesso io ho paura, non esco di sera e anche di giorno devo guardarmi alle spalle. Solo io ho chiamato due o tre volte la polizia. Al centralino sono molto cortesi ed inviano subito la pattuglia. Sanno che in quella zona la situazione diventa giorno dopo giorno più difficile".

Aggiungono le due pensionate: "Basterebbe installare più luci e delle telecamere mirate sul parco per eliminare in gran parte il problema. Noi dal terrazzo e dalle finestre vediamo dei ragazzini che entrano nel parco con qualcosa in mano, che pensiamo sia droga e siringa, e tornano indietro dopo mezzora barcollando, scossi, con qualcuno che li tiene. Insomma, lì è diventata una piazza dove iniettarsi la droga a cielo aperto. E poi hanno tutti le gran bottiglie di liquore in mano, ma dove le prendono? La polizia deve andare a vedere quei negozi che vendono bottiglie al dettaglio. Non possono lasciare campo libero così perché altrimenti lì finiscono mal". Altri attorno a Maroccini annuiscono di fronte alle parole delle due pensionate che si sentono come scaraventate al centro di un villaggio western. Intanto, un drone vola sopra le teste per riprendere le persone che silenziosamente hanno partecipato al flash mob per la sicurezza. Due carabinieri e qualche poliziotto assiste alla manifestazione. Un gruppo di ciclisti tedeschi sfila nella piazza salutando divertiti. Difficile per loro capire che c’era in corso una protesta. Tutti ridevano e i bambini giocavano.

ro.da.