Caldo, massimo storico di minima e massima

La colonnina di mercurio non è mai scesa sotto i 26 gradi. Sono giorni ‘infuocati’

Il caldo non accenna a diminuire

Il caldo non accenna a diminuire

Pesaro, 24 giugno 2017 -  Il timore è che possa ripetersi quello che molti ricordano come l’annus horribilis, ovvero il famigerato 2003, che registrò un’estate con caldo record, afa e siccità diffusa. Quattro mesi di temperature bollenti e un alto numero di vittime. Il 2017 sta minacciando di fare altrettanto. Ieri l’Osservatorio Valerio ha rilevato una minima per giugno a dir poco esagerata: «La colonnina di mercurio non è riuscita a scendere sotto i 26° neanche di notte (in questo periodo dovrebbero essercene mediamente 18°). Si tratta della minima più alta che la storia meteorologica locale ricordi, a pari merito proprio con il 2003 (26,1°)», dice Alberto Nobili. Anche la massima non ha scherzato, schizzando sopra i 32°.

Sole e caldo dunque non concedono tregua e secondo i principali modelli meteo, la pioggia è lontana dall’orizzonte. Per il week end si parla di temperature percepite a 39-40 gradi. Per questo, come richiesto dall’Aato, anche il comune di Pesaro ha emesso l’ordinanza per limitare l’utilizzo di acqua potabile fino al 30 settembre. Già da ieri a Pesaro è vietato il prelievo e il consumo di acqua pubblica per annaffiare orti, giardini e prati, ma anche il lavaggio di aree cortilizie e piazzali, quello delle auto ed infine il riempimento di piscine, fontane e vasche da giardino.

In Provincia la situazione non è drammatica come in Emilia Romagna, ma le riserve fino ad ora accumulate non avranno vita lunga, soprattutto se Giove pluvio non ci metterà una pezza. Intanto sono scattate le prime misure per ridurre gli sprechi e giovedì prossimo, nella riunione del Comitato di Protezione civile per le emergenze idriche, si deciderà se e quando attingere alle riserve strategiche, ovvero le acque profonde. «La situazione va tenuta sotto la lente – evidenzia l’ingegner Michele Ranocchi, neo direttore dell’Aato, appena succeduto a Stefano Gattoni –. Le precipitazioni non ci sono state nello scorso inverno e primavera e le carenze nei corsi d’acqua ne sono un riflesso. I nostri volani di riferimento in caso di emergenza sono gli invasi sul Metauro (Furlo, San Lazzaro e Tavernelle ndr.) e attualmente, secondo i dati forniti dall’Enel, abbiamo invasato il 60% della loro capacità. Stiamo cercando di mantenere le riserve, controllando i rilasci: attualmente stiamo riversando nel fiume 750 litri al secondo in corrispondenza di Tavernelle, ma giovedì chiederemo un’ulteriore riduzione in deroga. Intanto abbiamo chiesto all’Enel di sospendere la produzione di elettricità e di contenere i rilasci d’acqua nelle quantità stabilite. Se dovesse perdurare il caldo estremo senza pioggia – ammette il direttore dell’Aato – si dovrà ricorrere ad altre misure, che però valuteremo insieme giovedì prossimo». Si tratta dell’apertura del Fosso del Burano o di pozzi per attingere alle acque di falda? «Sì, se continua così sarà inevitabile. Comunque sono in corso degli studi per creare nuovi pozzi molto più vicini alla costa, all’altezza di Fossombrone. Dovremo valutare se è possibile attingere – afferma – certi volumi d’acqua, solo per le quantità rinnovabili, per non pregiudicare gli equilibri naturali. Sarà necessario se vogliamo evitare la dipendenza totale dagli eventi siccitosi come quelli di quest’anno».