Pesaro, via Bovio: il cantiere fa arrabbiare

Il ristoratore: «Così, io rischio di non lavorare per due mesi»

Le bici sequestrate: non hanno rispettato l’avviso di cantiere

Le bici sequestrate: non hanno rispettato l’avviso di cantiere

Pesaro, 15 gennaio 2017 - Il problema non sono i lavori di manutenzione al pavimento in porfido di Corso XI Settembre, iniziati da qualche giorno. Il problema è la viabilità della zona che «va assolutamente ripensata» osserva Manuela Nesci, residente di via Bovio, portavoce di un disagio diffuso tra chi, in zona, lavora e abita. Via Bovio è una traversa del Corso che si affaccia proprio sul lungo cantiere che per una cinquantina di giorni impegnerà il tratto tra via Cartella e via Cavour.

«Non mi lamento del cantiere. Che la città venga migliorata siamo solo contenti, ma chiedo all’amministrazione – osserva Roberto Olivieri, titolare della trattoria Da Sante – di rivedere temporaneamente la viabilità, perché nel mio caso con la trattoria difficile da raggiungere, sia dai clienti in automobile che dai mezzi più ingombranti dei fornitori, rischio di non lavorare per due mesi. Mi sono bastati due giorni per rendermene conto. Mi sono già informato da un legale». Aggiunge Manuela Nesci: «La nostra via non ha più sbocco sul Corso a causa del cantiere. C’è stato detto di raggiungere via Cairoli, in retromarcia. Ma questo, oltre a non essere stato regolamentato per cui ti puoi sempre trovare qualcuno che ti arriva alle spalle, è reso ancora più complicato dalla possibilità, tuttora in vigore di parcheggiare in una via che larga non è. Ma si può stare con questa incertezza? Qui abitano una cinquantina di famiglie».

Giampaolo Romanini abita nello stesso condominio della signora Nesci: «La prima cosa da fare sarebbe togliere la possibilità di parcheggiare. In generale la strada è talmente stretta che, con un mezzo parcheggiato, un’ambulanza non passa». In alternativa alla revisione temporanea della viabilità alcuni vorrebbero che l’amministrazione valutasse l’ipotesi di dividere in parti il cantiere. «Essendo molto lungo – chiede Manuela Nesci – magari è possibile farlo avanzare per stralci, riducendo ad un paio di settimane la chiusura dello sbocco sul Corso». Oppure per Olivieri «in via temporanea – osserva – si potrebbe pensare di dare delle deroghe all’accesso dei fornitori in via Cairoli e creare almeno uno stallo di carico e scarico, se non su via Cairoli, su via Mazzini o su Largo Lugli».

Che il cantiere sia invasivo non ci sono dubbi ma secondo commercianti e abitanti, una migliore organizzazione dei lavori potrebbe mitigare il disagio. Tra i fornitori, c’è chi parcheggia in piazzale Primo Maggio, sperando che vengano aggiunti stalli di carico e scarico. Ma oltre al peso delle consegne da trasportare, c’è la gimkana da fare tra le biciclette che nonostante l’ingombrante cantiere continuano ad essere lasciate ai bordi, intralciando il passaggio pedonale.