Gradara, capriolo investito agonizzante in strada. Nessuno arriva

I pompieri chiamano gli enti ma si attivano solo gli animalisti

Il recupero di un capriolo in una foto di repertorio

Il recupero di un capriolo in una foto di repertorio

Gradara, 23 agosto 2017 - Se un capriolo, un tasso o qualsiasi altro animale selvatico ha la sfortuna di ferirsi o di venire investito di domenica o di notte, non può contare sui soccorsi istituzionali. Deve sperare che qualche volontario, impietosito dal suo dolore, si accolli i costi delle cure veterinarie. Così è successo domenica sera a un giovane capriolo, che ha avuto la malaugurata idea di attraversare la strada nei pressi di Gradara. L’animale è stato centrato da un auto, riportando la frattura di tre zampe e una forte emorragia interna. Subito sono stati allertati i soccorsi e sul posto è intervenuta una squadra dei vigili del fuoco di Pesaro, che non avendo però le competenze mediche per soccorrerlo, ha cercato di coinvolgere sia i veterinari dell’Asur che il Cras (le cui risorse sono state drasticamente tagliate), ma invano. Nessuno si è presentato sul luogo dell’incidente, mentre l’animale agonizzante continuava a soffrire.

A questo punto un vigile impietosito ha chiamato l’Enpa di Pesaro, sperando di ricevere l’aiuto necessario. «Un vigile meraviglioso e sensibile – racconta Costanza Lucchino dell’Enpa –, non si sa chi soffriva di più tra me e lui. Gli ho fornito tutti i numeri che lui ha chiamato, ma senza ottenere nulla. Gli operatori del Cras infatti non potevano venire, sono solo in due, lavorano 4 ore al mattino e 4 al pomeriggio, sono stati diffidati ad uscire per i recuperi fuori turno, e sono bersagliati da richieste da tutta la provincia. A quel punto era urgente somministrare all’animale un antidolorifico e per fortuna è intervenuto un veterinario di San Giovanni in Marignano, che però non poteva ospitarlo. Così, ho chiamato i referenti delle associazioni animaliste della provincia (Enpa, guardie zoofile Oipa, Lupus in fabula e Lav) e insieme abbiamo deciso di accollarci i costi del ricovero e delle cure».

L’animale è stato così portato alla clinica veterinaria del dottor Gaudenzi che ha cercato di salvarlo, ma ieri mattina, viste le condizioni gravissime, ha praticato l’eutanasia. «Non è possibile che le istituzioni siano assenti – tuona la Lucchino -. Non possono essere le associazioni animaliste, con le loro casse già magre, a sobbarcarsi questi oneri. Da quando sono stati tagliati i fondi al Cras c’è un vuoto che deve essere colmato. La politica deve fare qualcosa. Ogni animale che muore resta sulla coscienza della Regione».