Animali selvatici, a fine mese chiude il Centro di recupero

Ignota la sorte degli animali attualmente ospitati nella struttura. Ambientalisti sulle barricate: "I soldi ci sono, colpa della burocrazia"

Un dipendente del Cras con dei cerbiatti

Un dipendente del Cras con dei cerbiatti

Pesaro, 20 febbraio 2017 - E' l'ennesima vittima della burocrazia. Il frutto dell’incomunicabilità tra gli uffici della pubblica amministrazione, che giocano con la vita delle persone, e in questo caso, anche degli animali. A farne le spese è il Centro di recupero animali selvatici, che a fine mese rischia di chiudere definitivamente i battenti, e il conseguente licenziamento dei 3 dipendenti. Nonostante le colorate proteste delle associazioni ambientaliste e le sollecitazioni della stessa Provincia, dagli uffici del Servizio Caccia e pesca della Regione non arriva nessuna comunicazione sulla copertura di spesa. E così ieri mattina il presidente di Megas.net Alighiero Omicioli ha riconsegnato la struttura di Ca’ Girone alla Provincia.

Che ne sarà dei numerosi rapaci che attualmente ospita? Dei germani reali, delle diverse specie di uccelli, delle 80 tartarughe di terra e degli animali sequestrati dal Corpo Forestale? Chi soccorrerà i selvatici feriti o investiti sulle strade provinciali? Gli ambientalisti sono pronti a tornare sulle barricate e annunciano manifestazioni eclatanti. «Sono 2 anni che lottiamo per la struttura e soprattutto per un personale di eccellente formazione – scrivono in una nota congiunta 12 associazioni locali –. Ora chiediamo all’assessore Pieroni una risposta certa e la convocazione di un «tavolo di confronto» a lungo invocato. Inoltre ora è fondamentale aumentare l’attuale orario degli operatori riportandolo da 4 a 6 ore, in virtù dell’avvicinarsi della primavera, che richiede più interventi. L’orario ridotto infatti, costringe l’Asur a intervenire, a discapito dei fondi destinati agli animali d’affezione».

«Il Cras è sempre stato considerato un’eccellenza a livello nazionale - evidenzia il direttore della Provincia Marco Domenicucci, che non si fida più delle promesse di Ancona -. Con la sua chiusura si perderebbero un servizio e delle professionalità importanti, che non si possono improvvisare. Speriamo che la Regione sani immediatamente la situazione».

Eppure la Regione avrebbe già deciso. Grazie all’istanza dei consiglieri Andrea Biancani e Gino Traversini, il 27 dicembre il consiglio ha approvato un emendamento alla finanziaria in base al quale anche per il 2017 il servizio del Cras poteva essere gestito dalla Provincia. Con tanto di copertura finanziaria. Ma la burocrazia sembra aver arenato tutto. «Ho fatto di tutto e di più – fa sapere Biancani, che ha preso a cuore la situazione -. Io non posso sostituirmi ai funzionari, noi come consiglieri la legge l’abbiamo fatta. Purtroppo ci sono ritardi nella riorganizzazione per il passaggio di competenze tra regione e provincia. Mi auguro che gli uffici si attivino al più presto». Speriamo prima che sia troppo tardi.