Pesaro, troppe telefonate. Il Cup va in tilt

Sanità ingolfata. Prenotazioni mediche: il sistema non regge l’impatto delle richieste. Attese snervanti, proteste a valanga

TUTTI  IN FILA  A sinistra, gli uffici del Cup nelle settimane poco dopo l’inaugurazione, a destra pazienti in attesa alle casse dell’ospedale

TUTTI IN FILA A sinistra, gli uffici del Cup nelle settimane poco dopo l’inaugurazione, a destra pazienti in attesa alle casse dell’ospedale

Pesaro, 21 ottobre 2017 - La speranza di prenotare una prestazione sanitaria al Centro Unico Prenotazioni (Cup), utilizzando il numero verde 800 098.798 da telefono fisso, o al 0721/1779301 da cellulare, sta diventando una mera utopia. Da giorni, infatti, il messaggio preregistrato, che dà istruzioni sulla procedura da seguire per «prenotare o disdire una prestazione», si conclude ripetutamente con «ci scusiamo, ma le linee sono tutte occupate. La preghiamo di telefonare in un altro momento». Momento che non verrà mai perchè, il più delle volte, ogni ulteriore tentativo fallisce miseramente: prendere la linea è come vincere un terno al lotto.

Le cose non vanno meglio or sembra perennemente fuori servizio. Le tante segnalazioni di protesta arrivate agli uffici relazioni con il pubblico da parte di chi ha non è riuscito ad avere nessun contatto con gli operatori del Cup sono solo la conferma di una situazione di difficoltà determinata da vari fattori, a cui la Regione sta cercando di far fronte.

L’organizzazione del Cup risale al 2010 quando, in base ai flussi di chiamate, fu organizzato il servizio contando, però, anche su 800 sportelli sparsi nella regione. «Adesso la gente ha preso confidenza con il sistema, che finora ha funzionato abbastanza bene – osserva un addetto – Nel frattempo, però, molti sportelli sono stati chiusi e gli utenti si sono riversati sulla linea telefonica, mentre gli operatori sono sempre gli stessi, 60 tra Pesaro e Fermo, che lavorano su 90 linee. Questo significa che il 91esimo utente che chiama non entra neanche nel sistema dell’attesa e la chiamata torna indietro».

Il call center, secondo quanto dichiara la Regione, è stato predisposto per ricevere circa 5mila richieste quotidiane, 34mila alla settimana, 130mila al mese, 1milione 300mila nell’intero anno. «Ma ora le chiamate in certi giorni triplicano e il centralino non regge più. Anche perchè all’inizio si prenotavano solo per alcune prestazioni, mentre ora sono quintuplicate le agende».

Per questo motivo nella nuova gara di appalto che rinnova il servizio per i prossimi 5 anni, oltre a stabilire l’aumento degli addetti (che passano da 60 a 75), la Regione ha previsto lo sviluppo di nuovi canali di prenotazione, sia utilizzando i terminali dei medici di base e delle farmacie, sia sfruttando gli smartphone e altre modalità social. Ma dobbiamo pazientare perchè per l’aggiudicazione ci vorranno ancora mesi. In alto mare anche la creazione di una rete informatica per effettuare le prenotazioni direttamente negli studi dei medici di famiglia.

«Sfortunatamente, a questo proposito, la sperimentazione avviata qualche anno fa è stata sospesa in modo improprio con l’idea che il mega-Cup risolvesse tutti i problemi – spiega Massimo Magi, segretario regionale della federazione dei medici di base – Invece, come vediamo, non ha risolto niente e siamo ripartiti da capo. E’ un problema di cultura e di prospettive: sappiamo che la medicina ‘povera’ (cioè non quella ospedaliera) del territorio in questo momento è l’asse portante del diritto alla salute e la prenotazione va in questa direzione. Bisogna accelerare»