Vive nel buio e picchia guardia carceraria

"Detenuto fondamentalista da trasferire". Ma per il Dap non è radicalizzato

Il carcere di Pesaro

Il carcere di Pesaro

Pesaro, 23 agosto 2016 - Un pugno in faccia, il detenuto del carcere di Villa Fastiggi che colpisce la guardia penitenziaria. E’ successo venerdì scorso. Un pugno che spacca il setto nasale dell’agente – che stava facendo un controllo – ma scatena molte polemiche, soprattutto tra i sindacati della polizia penitenziaria. Per due motivi. Il primo, legato al fatto che il detenuto è un marocchino di 44 anni, che deve scontare (fine pena 2035) la detenzione per violenza sessuale e reati contro il patrimonio, commessi anche in Francia, dove dovrebbe essere estradato dopo aver saldato il conto con la giustizia in Italia.

Due, lo stesso detenuto, secondo Nicandro Silvestri del Sappe, uno dei sindacati della penitenziaria, e secondo anche Nicola Defilippis dell’Osapp, altra sigla sindacale, è "permeato da ideologie estremiste di matrice religiosa", "è radicalizzato, ha affisso nella sua cella alcune pagine del Corano, e vieta ai polizotti di avvicinarsi perché lo ritiene un luogo sacro". "Una persona così – aggiunge Silvestri – andava trasferita. Noi l’abbiamo chiesto da tempo, idem ci risulta abbia fatto anche la direzione del carcere ma il Dap, il dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, non ha accolto la richiesta. Per il Dap, sono pochi, in Italia solo 30, i detenuti radicalizzati e fondamentalisti: quello di Pesaro non sarebbe uno di loro. Il problema, più in generale – aggiunge Nicandro – è che a Pesaro dovrebbero esistere delle sezioni con celle a regime chiuso, invece del regime aperto che adesso nella sostanza lascia molti detenuti liberi di circolare senza far nulla per ore". Secondo il Dap, invece, che attende il referto dell’ospedale sulle lesioni riportate dall’agente, il detenuto è di fede musulmana ma non ha destato sospetti di radicalizzazione, anche perché non socializza con nessuno, neppure con i connazionali. E’ l’uomo che vive nel buio di cui abbiamo raccontato la storia l’8 agosto scorso.

Sulla questione Elisabetta Gardini, capogruppo di Fi in Europa: "No al regime penitenziario aperto nell’istituto di Pesaro, più personale di polizia e rispedire in patria chiunque si sia reso protagonista di episodi di fondamentalismo islamico: il soggetto sconti la pena a casa propria".