Pesaro, ecco lo chef della regina Elisabetta

Filippo Alessandri, 21 anni, cucina per la regina a The Goring Hotel di Londra

Filippo Alessandri basa molto la sua cucina creativa sul pesce

Filippo Alessandri basa molto la sua cucina creativa sul pesce

Pesaro, 17 marzo 2017 - Quando aveva appena quattordici anni andava per pizzerie ad imparare come si fanno gli impasti. Gratis. Adesso, appena tre anni dopo essersi diplomato, è a Londra a cucinare per la regina Elisabetta, per mister Bean e per altri celebri personaggi. Filippo Alessandri, 21 anni di Pesaro, è la dimostrazione di come la passione, la voglia di imparare e di mettersi in gioco, uniti anche a un pizzico di talento, possano portare lontano. Ex studente dell’istituto alberghiero Santa Marta («Ottima formazione, ma poi conta molto l’esperienza sul campo») Filippo è tornato in questi giorni in città da Londra dove da un anno lavora nelle cucine del The Goring hotel e ristorante, cinque stelle che brillano nel centro di Londra.

Qui la regina Elisabetta capita ogni tanto per assaggiare i grandi piatti cucinati anche da Filippo: «Quando ci sono questi banchetti particolari – spiega – lavoriamo tutta la notte, dalle 22 e fino alla mattina, dandoci il cambio». Una cucina piuttosto elaborata e perfezionista, visti gli ospiti: «Piatti inglesi – dice Filippo – ma rivisitati con gusto internazionale. E’ stato il mio capo chef Shay Cooper, che ha portato la stella Michelin anche in questo locale, ad assumermi». Tutto molto più facile di quanto possa accadere in Italia: «Mi sono presentato nel dicembre del 2015. Fino a quel momento avevo lavorato al celebre ’Rosso di sera’, dove mi ero cimentato in una cucina moderna ed elaborata, dopo essere stato anche a Milano da Sadler: qui avevo fatto uno stage di cinque mesi. Cooper mi ha messo alla prova subito e gli sono piaciuto. A Londra funziona così. Devi provare – spiega Filippo – e se sei bravo vai avanti. Bastano poche ore. In Italia invece è tutta un’altra storia, non contano solo i meriti. Devi fare periodi di prova lunghissimi, non ti pagano e non sai che fine farai. All’estero se vali ti fanno lavorare e ti pagano. A Londra avevo anche tre giorni liberi e poi ho imparato la lingua e ho trovato la fidanzata filippina».

Adesso la voglia di cambiare: «Credo che uno chef giovane non debba restare più di un anno nello stesso posto. Ora vorrei andare all’Hedone, altro ristorante quotato di Londra, spedisco il curriculum, provo e se piaccio vado». Ma il sogno di Filippo è un altro: «Vorrei aprire qualcosa di mio, magari di piccolo, dove esprimere il mio concetto di cucina: i piatti devono stupire, emozionare, elaborati ma senza esagerare. Direi brillanti ma non banali. Tornare in Italia? Non credo. All’estero è più facile: hai agevolazioni che da noi non ci sono, anche a livello fiscale. Credo che l’anno prossimo spedirò il mio curriculum in Australia, dove ci sono ristoranti di altissimo livello, o Portogallo. Voglio lavorare lì». Con qualche puntata a casa, dove la mamma Valeria, il babbo Alessandro e i fratelli Federico e Sofia non devono pagare assolutamente nulla per assaggiare le sue creazioni. Pesce soprattutto, perché Filippo è di Pesaro, città di mare.