Pesaro, l’appello del parroco ai predoni delle chiese. "Non scassinate, chiedete aiuto"

Don Michele Rossini testimone a un processo che ha visto condannate due persone

PRESIDIO Pattuglie davanti a una chiesa. Don Michele è l’attuale parroco di Cattabrighe

PRESIDIO Pattuglie davanti a una chiesa. Don Michele è l’attuale parroco di Cattabrighe

Pesaro, 13 febbraio 2018 - Lui non voleva denunciarli: «Mi fanno pena, ma poi la polizia mi ha detto di presentare denuncia per fermarli. E allora l’ho fatto». Don Michele Rossini, ex parroco di Santa Veneranda e ora a Cattabrighe, ieri mattina ha testimoniato al processo contro due imputati cinquantenni, senza fissa dimora, che vivono di espedienti e di furti nelle chiese. Al giudice che chiedeva al parroco di ricostruire i fatti, don Michele ha detto: «Era il luglio 2016. Ricordo di aver visto un uomo abbastanza robusto vicino alla cassettina delle offerte. Mi sono ritirato ma con la coda dell’occhio mi sono accorto che di lì ad un attimo ha cominciato ad armeggiare. Ho chiamato il 113 e qualche minuto dopo sono arrivate ben tre pattuglie che hanno bloccato le due persone. So che nascondevano addosso fili di ferro e magneti per infilarli nella cassettina in modo da attaccarci le monetine. Mi dispiace che queste persone – ha continuato don Michele – abbiano a pagarne conseguenze penali per quello che hanno fatto ma in quei mesi ogni settimana subivamo un furto. E nelle cassettine non c’erano più di 50 euro la settimana ma forse anche meno. Quello che vorrei dire – ha aggiunto in aula don Michele – è che queste persone in difficoltà potrebbero chiederci un aiuto piuttosto che rubare in chiesa o scassinare le cassettine. Troveranno sempre una porta aperta per le loro esigenze impellenti mentre rubare comporta inevitabilmente delle conseguenze spiacevoli sia per le vittime del furto che per gli autori».

Al termine del dibattimento, il giudice Lorena Mussoni ha condannato gli imputati a 4 e 8 mesi di reclusione a causa della recidiva. I due non erano presenti in aula né c’era un avvocato. Ne è stato nominato uno d’ufficio che ha cercato di mettere in luce il fatto che quel filo di ferro con lo scoch in cima non era idoneo per rubare le monetine. D’altronde, un capo pattuglia della polizia che è stato ascoltato dal giudice ha precisato di aver perquisito i due ma senza trovare denaro. Pertanto, non si sa nemmeno se avessero rubato qualcosa nella cassettina delle elemosine della chiesa di Santa Veneranda. Che è stata bersagliata per un lungo periodo di furti in serie, compresi i premi per le tombole di Natale e incursioni nelle case delle persone presenti in quel momento ai rosari nelle vie.

ro.da.