Pesaro, Halloween al museo. "Bambole voodoo per i bimbi". E' bufera

Evento tutto esaurito in pochi minuti, ma scoppia la polemica. La curatrice: "I piccoli berranno aranciata, non sangue vero"

Una bambola per i riti voodoo

Una bambola per i riti voodoo

Pesaro, 25 ottobre - «Arriva Halloween per i bambini a Palazzo Mosca con una serata da brivido ai musei civici... Si comincia con esperienze, racconti e quesiti tra bambole, feticci e storie di occhi perduti; alle 20, cena dei piccoli vampiri assetati con pic-nic e bevande color sangue e alle 21, laboratorio in cui si andrà a costruire niente meno che una bambola voodoo». Poche righe che hanno fatto registrare il tutto esaurito in meno di mezzora all’iniziativa organizzata per Halloween dal museo pubblico più importante della città, e, contemporaneamente, infiammato genitori e pedagogisti, contrari ad un’iniziativa più adeguata ad una festa privata che alla manifestazione educativa di un museo civico.

«Voodoo? Per i bambini? Chi è il genio che senza alcuna capacità educativa ha pensato a questa cosa? Non sapeva che cosa inventarsi?», è stata la prima nota di riprovazione lasciata sulla pagina facebook del museo,da Fabio Geminiani. Una trentina di mail, nel tardo pomeriggio di ieri, sono partite alla volta dell’assessorato alla Bellezza perché riveda i suoi programmi per la festa dei bambini al museo civico. «Voodoo? – continua Geminiani indignato –. Insegniamo ai bambini a prendersela con qualcuno, di nascosto? Il gioco è una cosa seria perché i bambini imparano giocando e questo gioco insegna a prendersela con qualcuno. Sembra un’attività propedeutica al cyber-bullismo».

L’amministratore del profilo ha risposto all’utente di non preoccuparsi. «Il cyber-bullismo si pratica online. Qui ai musei le attività sono propedeutiche alla scoperta del patrimonio culturale, ed è consuetudine che ad Halloween i titoli delle attività evochino il mondo dell’horror. Dolcetto o scherzetto?». Ma l’utente non è d’accordo, «L’idea del voodoo è negativamente educativa – ha obiettato –: esso può avere risvolti, per i bambini più “deboli” che, evidentemente, vi sfuggono. Io, personalmente, penso che il voodoo sia una superstizione e, quindi, non vada accreditata neanche per gioco».

E da cittadino vorrebbe sapere le qualifiche di chi ha avuto l’idea. Lei, la persona ad aver avuto l’idea, tra le responsabili delle attività ricreative svolte ai Musei Civici, è Michela Gaudenzi. «Sono laureata in Scienze della Formazione, con specializzazioni sia in didattica nell’arte che in attività rivolte alla disabilità. E’ chiaro – osserva Gaudenzi – che i bambini non berranno sangue, ma spremuta d’arancia».

Gaudenzi, proprio non comprende l’indignazione di chi ha protestato contro il programma legato alla festa di Halloween per il 31 ottobre. «Il testo è scritto per essere accattivante: non faremo riti voodoo. E’ ovvio. Costruiremo una bambola di pezza, ispirata alla storia di Coraline e la porta magica scritto da Neil Gaiman. La bambola servirà da alterego, per un gioco d’abilità fatto di enigmi in un contesto ambientato a riferimenti di cui la letteratura gotica è piena. Mi scuso con quelli che si sentono offesi, ma in tanti non si sono scandalizzati. Tanto che in mezzora abbiamo avuto 40 iscritti. Dove è il problema?».

Il problema è nella sensibilità che è stata urtata. La sensibilità di chi si è interrogato sulla necessità di promuovere, tra bambini sotto gli 11 anni, valori deteriori come la magia nera o immagini macabre e un linguaggio che minaccia la perdita della vista se vengono sbagliati i quesiti. Oppure che il prendersela con un feticcio sia la soluzione al prendersela con qualcuno.

Il cittadino Carlo Agostini, sul profilo del museo infatti protesta contro l’iniziativa osservando: «Feticci, bevande color sangue, bambole voodoo... cosa c’entra tutto questo all’interno dei musei cittadini? – osserva Agostini –. È un’iniziativa sulla bellezza dell’arte, come dovrebbe essere in luoghi del genere o piuttosto è cedere tristemente uno spazio pubblico ad una festa che non ci appartiene? E poi sono questi i valori che vogliamo insegnare ai nostri figli? Spero in una levata di scudi collettiva contro questa aberrazione». Per un altro cittadino, Roberto Donna si tratta di un evento di pessimo gusto privo di una logica, considerando soprattutto il fatto che è rivolto a dei bambini. «Invito quanti abbiano dubbi sulla validità dei percorsi a prendervi parte» obietta Gaudenzi.