Omicidio di Ismaele, il confronto fra Igli e Marijo

I due imputati si incolpano a vicenda: "E’ stato lui a tagliargli la gola"

Ismaele Lulli: aveva 17 anni quando fu barbaramente ucciso il 19 luglio 2015 a Selvanera di Sant’Angelo in Vado (Pesaro-Urbino)

Ismaele Lulli: aveva 17 anni quando fu barbaramente ucciso il 19 luglio 2015 a Selvanera di Sant’Angelo in Vado (Pesaro-Urbino)

Pesaro, 15 dicembre 2016 - «E’ stato Marijo, lo ha finito lui tagliandogli la gola. Io non l’avrei mai fatto. Non sono capace di arrivare a tanto, sono un debole, lo sanno tutti. Mi spaventa il sangue, ho paura».

Igli Meta, 20 anni, albanese, piccolo spacciatore, ieri in Corte d’Assise a Pesaro ha voluto raccontare ai giudici come è andata quel pomeriggio del 19 luglio 2015 sulla collina di San Martino a Sant’Angelo in Vado: «Avevo già sferrato a Ismaele due colpi di coltello al collo. Ma io volevo solo dargli una lezione perché era andato con la mia ragazza. Per questo l’ho portato insieme a Marijo fuori dal paese. Ho legato Ismaele con lo scoch alla base della croce e l’ho minacciato di morte se non mi avesse detto tutto del tradimento di Ambera, la mia ragazza. Lui mi ha risposto che era stata lei ad insistere spiegando che non era stato il solo ad andarci. Volevo che urinasse addosso per la paura ma invece ha resistito. Allora gli ho dato un pugno in faccia e un calcio. Ha capito di essere in pericolo, voleva sciogliersi, si è mosso. Ho detto a Marijo che cosa dovevo fargli e lui mi ha risposto: ‘fai quello che ti pare’. Mi sono girato e gli ho dato due colpi di coltello al collo, ma il sangue che è schizzato mi ha preso in pieno. Ho avuto il terrore e ho buttato via il coltello. Ismaele urlava».

«Marijo – ha raccontato Igli – che aveva fumato marijuana fino a quel momento e che rideva in continuazione, ha raccolto il coltello e ha tagliato la gola a Ismaele. Che è morto subito. Ho urlato a Marijo, ma poi gli ho detto che mi sarei preso io la responsabilità di tutto se mai i carabinieri ci avessero arrestato. Mi sono sentito in colpa perché io avevo portato Marijo in quel posto per la mia questione personale. Poi mi ha riferito che Ismaele si era comportato male anche con lui e meritava una lezione. Allora abbiamo preso il corpo, io dalle spalle e Marijo dalle gambe, e lo abbiamo portato fino al fosso gettandolo giù insieme al resto della roba. Siamo andati dopo al fiume a fare il bagno e non abbiamo più parlato di quella storia.

Ma alla mia ragazza ho detto tutto perché lei lo immaginava che sarebbe successo qualcosa. Io avevo attirato in trappola Ismaele usando il cellulare di Ambera per dargli un appuntamento alla stazione del bus di Sant’Angelo in Vado. Lui pensava di trovarci Ambera invece c’ero io.

Ha capito subito che sapevo tutto del tradimento ma non ha avuto paura di salire in macchina. Gli ho detto che andavamo a fumare erba e lui si è fidato. Poi arrivati in collina, lui pensava per stare più tranquilli a fumare, io per legarlo e immobilizzarlo anche se in un primo momento non avevo pianificato questo, ha intuito di essere in pericolo. Ha pure ricevuto una telefonata della madre a cui ha risposto ma poi è caduta la linea. Ha provato anche a richiamarla ma senza riuscirci».

«Allora gli ho buttato via il telefono – ha continuato Igli – cominciando a chiedergli tutto sul tradimento. Poi è successo tutto quello che sapete. Io per molti mesi dopo l’arresto ho detto e pensato che fosse giusto prendermi tutta la colpa. L’avevo giurato a Marijo che l’avrei tenuto fuori. Era soltanto colpa mia. Ma poi, ho capito parlando con mia mamma, mia sorella, scrivendo tante lettere, confrontandomi anche con i miei legali, che le colpe sono personali e ognuno risponde di quello che ha fatto veramente. Io non posso prendermi le colpe di Marijo perché non gli ho detto io di uccidere Ismaele. Lo ha fatto lui».

Marijo ha solo fatto una dichiarazione spontanea: «La mia colpa non è stata quella di aver ucciso Ismaele ma di non averlo salvato da Igli. Potevo fermarlo e non l’ho fatto. Sono stato ingenuo, non credevo che sarebbe arrivato a tanto». Igli ha poi rivelato di aver tentato il suicidio dopo il delitto andando a sbattere con l’auto: «Ma non ho avuto il coraggio di riprovare».

 

image