Elisir di lunga vita, Pesaro-Urbino la provincia più longeva delle Marche

Aspettativa media a 83,7 anni: e 147 centenari abitano proprio in questo territorio, ma i giovani sono a rischio con l'obesità

Giuseppe Ottaviani, secondo da destra, atleta di S.Ippolito, che corre, in tutti i sensi, per i 102 anni

Giuseppe Ottaviani, secondo da destra, atleta di S.Ippolito, che corre, in tutti i sensi, per i 102 anni

Pesaro, 23 febbraio 2018 - La nostra provincia e le Marche si confermano ancora una volta ai primi posti nella penisola in termini di longevità. Questa volta a dirlo è l’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane dell’università cattolica Sacro cuore di Roma che, elaborando i dati Istat raccolti tra il 2005 e il 2016, ha dimostrato come la dinamica della sopravvivenza abbia divari anche molto marcati tra i vari territori. Ebbene, la ricerca mette in luce l’enorme vantaggio delle Marche che, insieme alle province autononome di Bolzano e di Trento, registrano una speranza di vita di oltre 2 anni superiore a quella della Campania, fanalino di coda tra le regioni, e di circa un anno in più della media nazionale.

Tra le province più longeve spicca la nostra, dove l’aspettativa media di vita tocca gli 83,75 anni, la più alta della regione, seguita in regione da Ancona (83,6 anni), poi Fermo e le altre. Inoltre le Marche, insieme a Veneto, Umbria e provincia autonoma di Trento, registrano anche uno dei valori più bassi di mortalità prematura tra i 30 e i 69 anni, un dato molto positivo visto che si tratta di morti evitabili con idonee politiche di prevenzione. Insomma, un quadro confortante per la regione plurale che si conferma così essere in Italia uno dei posti più adatto per invecchiare se è vero, come suggerisce una ricerca di Confartigianato, che qui vivono 554 ultracentenari, di cui 147 risiedono nel Pesarese. A fare la differenza concorrono fattori di sistema (come l’accesso alle cure, il grado di urbanizzazione, il livello di socialità), e individuali (sia biologici, quali il patrimonio genetico e il genere, che socio-economici, come il titolo di studio e il livello di reddito), non necessariamente in questo ordine.

«Sicuramente una delle concause dirette dell’aspettativa di vita è l’aspetto genetico, ma non è la più importante come erroneamente si crede – spiega Ario Federici, docente di Metodi e didattiche delle attività motorie all’Università di Urbino –. Fattori ambientali, vale a dire le condizioni di aria, acqua, suolo, e gli stili di vita si stanno rivelando ben più significativi in questo senso. Tanto per fare un esempio, il British medical journal ha pubblicato i risultati di uno studio trentennale con il quale ha dimostrato che gli anziani impegnati nell’orto o in un’attività di giardinaggio, hanno avuto una attesa di vita di 2 anni superiore alla media». Insomma, il cocktail di fattori che troviamo nelle Marche, e specificatamente nella provincia di Pesaro spiega il professor Federici, ci aiuta: ma dobbiamo aspettarci di veder crescere ulteriormente l’invecchiamento? «Il nostro limite è la popolazione giovanile che presenta un tasso di obesità abbastanza elevato e forse potrebbe avere un’aspettativa di vita inferiore a quella dei loro genitori, se non cambieranno strada. Questi giovani, che diventeranno adulti e anziani, rischiano di avere malattie del sistema cardiocircolatorio e metaboliche, prime cause di morte tra gli individui» Come dire: per diventare vecchi bisogna pensarci da giovani.