Il ministro Fedeli apre l'anno del Conservatorio Rossini

La titolare dell'Istruzione ha fatto il punto sugli interventi del governo in materia di insegnamento musicale

Il ministro Valeria Fedeli

Il ministro Valeria Fedeli

Pesaro, 28 febbraio 2017 - Solo il talento musicale degli studenti accompagnati al pianoforte dal maestro Lorenzo Bavaj hanno potuto lenire il cahiers de doléances, dettagliatissimo e scandito, consegnato oggi alla ministra Valeria Fedeli dal presidente Giorgio Girelli a nome del settore dell’Alta formazione artistica e musicale, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico al Conservatorio Rossini di Pesaro. La ministra, nel suo intervento dal titolo «Prospettive della formazione musicale in Italia», non si è sottratta, rispondendo per quanto possibile alle aspettative maturate all’ombra di una riforma del settore disattesa in massima parte da 15 anni. La stessa ministra Fedeli ne ha riconosciuto l’incompiutezza, ma allo stesso tempo ha invitato i rappresentanti istituzionali delle realtà «d’eccellenza» presenti nel nostro territorio – leggi Giorgio Girelli e Ludovico Bramanti, rispettivamente presidente e direttore del Conservatorio Rossini, Giorgio Londei e Umberto Palestini, presidente e direttore dell’Accademia di Belle Arti di Urbino e dell’Isia il presidente Ilvo Diamanti e il direttore Leonardo Romei – a non disperare. «Nella buona scuola abbiamo previsto una delega, trasformata in decreto attuativo, ora al vaglio delle commissioni parlamentari che mette al centro l’azione verso la cultura umanistica: puntiamo alla riorganizzazione territoriale dell’insegnamento musicale, con l’integrazione tra conservatori e scuole primarie-secondarie. La sistematizzazione della situazione dell’alta formazione musicale è un impegno vero».

La legge di riforma del 1999, secondo la ministra, «prevedeva l’allineamento degli istituti di alta formazione ai parametri dell’autonomia universitaria con equiparazione formale e sostanziale dei titoli di studio: purtroppo nei fatti così non è stato. La riforma è incompiuta, dobbiamo accelerare per renderla effettiva». Così «serve una revisione del sistema complessivo Afam, oltre a una rivisitazione della governance degli istituti: ci stiamo già muovendo in questo senso». Sul tema ricorda «il disegno di legge del senatore Claudio Martini, che include la riorganizzazione territoriale ma anche la soluzione della questione degli istituti pareggiati. Oltre alla statizzazione delle cinque accademie storiche, con accordi specifici di programma. Anche il nuovo decreto per il reclutamento è in via di completamento: sarà presentato alle organizzazione sindacali a breve. Stiamo lavorando intensamente: noi chiuderemo, per quello che compete direttamente il ministero entro fine maggio, inizio di giugno tutto quello che dipende dal Parlamento».

Sulla didattica: «Sono in fase di conclusione le procedure consuntive per l’emanazione del decreto ministeriale per la ‘messa ad ordinamento’ dei corsi accademici di secondo livello. Già dal 2015 sono state recuperate per l’Afam risorse aggiuntive. Si è passati da 5 a 12 milioni di euro: stanziamenti confermati anche per il futuro. Per la programmazione di attività a lungo termine, la ripartizione è stata effettuata sulla base delle emergenze e delle qualità del servizio». La ministra cita i «fondi specifici per 5 milioni nel 2015 e 10 milioni nel 2016 riconosciuti per gli istituti musicali ex pareggiati. Confidiamo nell’approvazione del ddl Martini per stanziare progressivamente, nell’arco di 3-4 anni, tutti i fondi necessari alla statizzazione delle istituzioni interessate. L’obiettivo è l’armonizzazione del sistema pubblico dell’alta formazione musicale». Per il 2017, inoltre, «sono stati erogati altri 15 milioni per favorire gli acquisti di nuovi strumenti musicali nelle scuole».

Le parole della ministra hanno rinfrancato i rappresentanti Afam che hanno apprezzato le risposte della ministra e l’impegno da lei dimostrato nel passare all’azione. Altro argomento affrontato, introdotto dal sindaco Matteo Ricci, è stato il triennio rossiniano. «Come noto abbiamo lavorato con la senatrice Camilla Fabbri sulla legge speciale per il 150esimo – ha detto Ricci –: chiediamo alla ministra che venga approvata al più presto, per agevolare la programmazione. Dopo il terremoto, la regione ha bisogno di una spinta in più. I danni materiali sono anche indiretti, sul lato turistico. Rossini diventa anche lo strumento per rilanciare l’immagine complessiva delle Marche. Noi dobbiamo essere conseguenti». La ministra raccoglie su legge speciale e programmazione post terremoto: «La mia presenza qui, oggi, è anche a sostegno dei finanziamenti per il 150esimo, che devono arrivare in tempi rapidi e utili. E il patrimonio culturale che ruota attorno a Rossini va rilanciato a maggior ragione in una fase in cui parte della regione soffre per le conseguenza del sisma».

La mattinata è stata poi scandita dagli altri incontri ospitati in Comune. Primo della lista il confronto con il sindaco di Fano Massimo Seri sull’apertura della sede a Fano dell’Agrario Cecchi. «Seguirò il dossier», ha confermato la ministra al termine dell’incontro al quale hanno partecipato l’assessore Samuele Mascarin, il consigliere regionale Renato Claudio Minardi e i dirigenti fanesi. Il sindaco Seri ne è uscito molto soddisfatto. «Vertice estremamente utile e concreto – ha detto Seri al termine – Ho apprezzato la disponibilità e l’approccio pragmatico della ministra», il commento conclusivo del sindaco». Particolarmente apprezzati dalla ministra sono stati i doni consegnatigli dalla dirigente a capo dell’Ufficio scolastico provinciale Marcella Tinazzi, insieme ad una delegazione di presidi.