Équipe di microchirurgia riattacca il braccio all’operaio

Una macchina per tagliare i pannelli gli aveva reciso quasi completamente l'arto

L'équipe al lavoro in sala operatoria

L'équipe al lavoro in sala operatoria

Pesaro, 21 marzo 2017 - L'operaio della Euroiprem che aveva avuto, sabato scorso, la quasi amputazione dell’avambraccio sinistro può tornare a sorridere. I chirurghi di Ancona hanno riattaccato il suo braccio. Ci vorrà molta convalescenza ma il difficile è superato. Si legge in una nota dell’ospedale a firma del dottor Pier Paolo Pangrazi: «Il paziente A.S. di 52 anni, attualmente ricoverato presso la nostra struttura operativa dipartimentale complessa di Chirurgia ricostruttiva e chirurgia della mano, è in buona salute. Era arrivato sabato scorso presso il pronto soccorso dell’azienda ospedaliero-universitaria Umberto I dell’Ospedale di Torrette di Ancona ed è stato prontamente ricoverato presso Chirurgia ricostruttiva diretta dal dottor Michele Riccio.

L'intervento di reimpianto è iniziato entro due ore dal trauma dopo aver eseguito presso la sala emergenza del pronto soccorso tutti gli accertamenti clinici. Queste procedure, attivate in tempi record, sono state rese possibili grazie al coordinamento del personale medico del pronto soccorso dottor Massimo Fazzini, dottoressa Gisella Sambo Medico e del radiologo dottoressa Francesca Stenardi, di tutto il personale infermieristico. L’arto è stato reimpiantato in 6 ore dall’evento traumatico. L’intervento in collaborazione pluridisciplinare si è svolto in 2 fasi: nella prima fase ortopedica si proceduto al riallineamento e ricongiungimento delle ossa dell’avambraccio con placche e viti in titanio ed è stata condotta dal dottor Cesare Castellani e della sod di Ortopedia diretta dal dottor Raffaele Pascarella. Nella seconda fase microchirurgica si è proceduto al riallacciamento arterioso e venoso del segmento di avambraccio e mano amputati, eseguita mediante suture arteriose dirette e ponteggi venosi. Dopo il tempo vascolare si è proceduto al delicato “ricongiungimento” di tutti i nervi e muscoli recisi. A 48 ore dal trauma l’arto è ancora vascolarizzato».