All'ospedale di Urbino arrivano i carabinieri in corsia

I parenti di una 93enne litigano col medico. Caos degli anziani trasferiti, terzo caso in pochi giorni

Il pronto soccorso di Urbino

Il pronto soccorso di Urbino

Urbino, 14 febbraio 2017 - Lite tra i parenti di un’anziana e il medico del Pronto Soccorso di Urbino che voleva trasferire la paziente a Pergola: scatta la denuncia e arrivano i Carabinieri. Mancano i posti letto a Urbino e i pazienti vengono portati nelle strutture del territorio, anche a 70-80 chilometri di distanza da casa o dai parenti, e la situazione diventa insostenibile. Nella giornata di sabato, Orfina Sacchi, 93enne di Urbino, è stata portata dal 118, chiamato dai famigliari, al Pronto Soccorso: sono stati fatti tutti gli accertamenti sulla paziente che è stata visitata e seguita in modo scrupoloso; il quadro dell’anziana era piuttosto serio e il medico che ha avuto in carico la donna ha stabilito che la donna sarebbe stata ricoverata in reparto a Urbino in serata.

«Quando è cambiato il turno, il medico arrivato ha detto che invece non c’era più posto e che bisognava mandare la paziente a Pergola – racconta la nuora Graziella Lunghi -. Prima mia cognata ha cercato di far cambiare idea al dottore, poi è arrivato mio marito che si è molto arrabbiato, infine sono andata anche io: erano ormai le 23 e ci siamo tutti chiesti con quale umanità si potesse far fare un viaggio fino a Pergola a un’anziana di 93 anni, in gravi condizioni. Perché se fino a mezz’ora prima il posto letto c’era poi era sparito? Perché non poteva restare in Pronto Soccorso? Con il medico sono volate parole pesanti e lui ha chiamato i Carabinieri: quando sono arrivati io mi sono presentata, e ho spiegato cosa era successo. Nel frattempo, però, il medico aveva chiamato l’ambulanza per trasportare mia suocera a Pergola, nessuno ha ascoltato le nostre ragioni, mia cognata è salita sull’ambulanza senza medico, ha fatto un viaggio impossibile. Ci siamo arrabbiati tantissimo perché una persona di 93 anni non è un pacco che si può buttare di qua e di là. Per andare ad assisterla a Pergola, in un ospedale mezzo vuoto, abbiamo enormi disagi e speriamo di poterla portare più vicino il prima possibile».

Il primario del Pronto Soccorso di Urbino Filippo Mezzolani si è informato sulla vicenda e ha risposto a tutte le recriminazioni: «Quando il primo medico ha preso contatti con la famiglia la paziente era in condizioni difficili e ha spiegato che una volta stabilizzata sarebbe stata ricoverata a Urbino; quando è cambiato il turno, il medico che è subentrato ha effettuato un controllo della situazione e ha visto che la paziente stava meglio; in accordo con il rianimatore, vista la difficoltà di reperire posti letto a Urbino, ha deciso di inviare la signora a Pergola, che è l’altro ospedale per acuti del territorio – spiega Mezzolani -: tutti i giorni noi prendiamo decisioni impopolari come questa, perché i parenti vorrebbero i propri cari più vicini, ma bisogna ricordare che Cagli, Fossombrone e Sassocorvaro sono per le cure intermedie, ma la signora era ancora ancora in fase acuta. Mentre a Pergola ci sono Medicina e Chirurgia, reparti adatti alla sua cura. Il medico ha deciso per il trasferimento perché ha voluto avere almeno un posto letto a disposizione a Urbino, nel caso fosse arrivato qualche caso critico nella notte e la signora non poteva rimanere al Pronto Soccorso perché noi gestiamo l’osservazione del paziente, non la medicina d’urgenza».