Se ospiti un profugo, 400 euro al mese

Mozione di Marco Perugini, il sì è scontato. Pagherà il Ministero

MA SERVE L’ASILO La protesta di un gruppo di profughi in città

MA SERVE L’ASILO La protesta di un gruppo di profughi in città

Pesaro, 14 gennaio 2017 - Manca il voto in consiglio comunale, ma «ne ho già parlato in maggioranza, dov’è stata accolta positivamente», fa sapere Marco Perugini (Pd), promotore di una mozione che consentirà alle famiglie pesaresi di ospitare profughi nelle proprie abitazioni per 6 mesi, in cambio di 350 o 400 euro al mese. «Ci sono famiglie pesaresi che ne hanno fatto richiesta nei mesi scorsi – rivela Perugini -, ma non gli è stato concesso perché non era previsto. Io invece, con questa mozione, voglio dare un segnale, ossia dimostrare che l’integrazione non si fa solo incaricando delle cooperative che ricevono milioni di euro per il servizio, ma anche coinvolgendo i cittadini, aiutando i profughi in casa nostra. Nelle Marche saremo tra i primi a dare questa possiblità, che è già attiva a Milano».

Ed è proprio all’esperienza milanese che si è ispirato Perugini. La sua mozione dà un’indicazione di massima, si limita ad impegnare sindaco e giunta «ad attivare un bando pubblico o una manifestazione d’interesse per dare la possibilità ai cittadini pesaresi di ospitare richiedenti asilo politico nelle proprie abitazioni». Una volta che il documento sarà approvato in aula (il consigliere lo protocollerà la prossima settimana, ma ci vorrà un mesetto perché venga discusso), spetterà agli uffici comunali definire gli aspetti tecnici prima di attivare il bando, ossia indicare quali caratteristiche dovranno avere sia le famiglie sia i profughi e quali saranno le modalità di assegnazione.

L’unica indicazione che riporta la mozione è che i profughi dovranno avere già ottenuto lo status di titolari di protezione internazionale (l’asilo politico) ed essere quindi autorizzati a rimanere nelle strutture finanziate dal ministero dell’Interno per 6 mesi. Quindi, il costo dell’accoglienza in famiglia sarebbe a carico del ministero, che risparmierebbe rispetto ai 35 euro pro capite al giorno previsti per l’accoglienza nei centri Sprar. Ieri, in commissione Affari sociali, sono stati presi in considerazione anche altri aspetti. «Ad esempio – spiega Perugini -, abbiamo valutato che le famiglie ospitanti dovrebbero avere un minimo di reddito per evitare che il loro interesse sia legato al guadagno economico: l’obiettivo deve essere la volontà di collaborare all’integrazione dei migranti, non il business. In altre parole, la ricompensa per l’accoglienza non deve rappresentare l’unica forma di sostentamento delle famiglie».

Nel Comune di Milano, le famiglie ospitanti hanno partecipato ad un piano di formazione di due giorni, al termine del quale hanno effettuato un colloquio con lo psicologo per verificare le motivazioni e l’idoneità all’accoglienza. Anche a Pesaro potrebbe avvenire allo stesso modo. E anche i profughi potrebbero essere sottoposti a colloquio con psicologo od ospitati prima per un mese, per essere valutati, in un centro Sprar. «Sia le famiglie che i migranti devono sapere da subito che non sarà una passeggiata e dimostrare le giuste capacità», specifica Perugini. Tutti questi aspetti però saranno definiti dai tecnici, quindi non fanno parte della mozione del consigliere, che conclude: «Innanzitutto, per me, la sfida sarà trovare le famiglie interessate perché potrebbero essercene 50 come zero. Poi, ci sarà la sfida di fare funzionare questa nuova forma di integrazione».