Pesaro, nuovi parcometri al Carducci. "E il resto?"

Protestano gli automobilisti: c'è chi non ricorda a memoria la targa e chi si lamenta per la 'tariffa minima'

TUTTI IN FILA  Ieri mattina, piazzale Carducci: si digita la targa e poi si paga

TUTTI IN FILA Ieri mattina, piazzale Carducci: si digita la targa e poi si paga

Pesaro, 21 febbraio 2018 - Secondo giorno per i nuovi parcometri di piazzale Carducci. «Troppo presto per stilare un bilancio», dice Giorgio Montanari, presidente di Pesaro Parcheggi, che attenderà una settimana almeno. Intanto, però, le lamentele sul nuovo sistema (obbligo per chi parcheggia di digitare il numero di targa) ci sono. Un’agente della pattuglia della Municipale che da giorni, in funzione antiabusivi, sosta nella piazza, ha raccolto ieri la lamentela di un’autista anziana che se l’è presa con il Comune per la novità: «Io non so qual è la mia targa, non me la ricordo e non so usare questo nuovo sistema. Ma che bisogno c’era? Ma il Comune lo sa che gli anziani hanno difficoltà ad affrontare queste novità?». Impassibile la vigilessa, che le ha risposto: «Se lei guida, queste cose può farle».

Non solo. In diversi ieri si lamentavano del fatto che i nuovi parcometri non danno il resto. Quindi: problemi per chi non ha monete per niente e problemi anche per chi ha solo dall’euro in su. Nel primo caso, si va al bar o in pescheria, a farsi cambiare i soldi: visto che i parcometri sono nuovi, qualcuno sperava in un cambiamonete: «Tecnicamente impossibile», replica Montanari. Poi, la tariffa minima. Che è sempre di 0,30 centesimi, quindi chi non ha gli 0,30 spicci o 0,50 mette direttamente un euro anche se lascia l’auto per pochi minuti. In realtà, è tutto come prima: neanche i vecchi parcometri davano il resto. Montanari precisa: «In Italia nessun parcometro dà il resto: si vanno a cambiare, o ci si abbona». E ancora: il numero di targa. Se uno lo digita sbagliato? «Se è solo una lettera o un numero, chiudiamo un occhio – avverte Montanari - se appartiene a un altra auto, multiamo». Infine, pittoreschi i sistemi con cui la gente si munisce del proprio numero di targa, quando non se lo ricorda a memoria, cioè la maggior parte dei casi. Uno, c’è chi fotografa la propria targa con il cellulare, poi riapre la foto sul display e digita. Due, c’è chi conserva nel portafogli il bigliettino del giorno precedente, che ha stampato la targa, e se lo porta fino al parcometro. Terzo, più artigianale: si torna indietro, la si memorizza, e si torna a inserire la monetina.

Gli operatori di Pesaro parcheggi c’erano anche ieri, ed hanno aiutato i parcheggiatori meno pratici. Resteranno ancora per qualche giorno. Ma ormai, lamentele a parte, il sistema pare rodato.