Pendolari con meno treni e più vecchi: "Ora se vuoi l’Intercity, paghi il doppio"

Colpa della Regione Marche che ha tolto la carta Tutto Treno

Alcuni dei pendolari pesaresi, tra i tanti della nostra città, che lavorano fuori regione

Alcuni dei pendolari pesaresi, tra i tanti della nostra città, che lavorano fuori regione

Pesaro, 30 aprile 2017 - Meno treni, tempi di percorrenza lievitati e costi addirittura raddoppiati. Alla faccia della mobilità sostenibile. Spostarsi su rotaia è diventato proibitivo per molti pendolari pesaresi (e marchigiani) che bacchettano severamente la Regione per aver sospeso da gennaio la vendita della Carta Tutto Treno, creando grandi disagi a chi è costretto a viaggiare per andare a lavorare fuori «confine». A dar voce alla protesta sono numerosi pesaresi, che hanno creato una petizione on line a cui hanno già aderito 150 persone.

«La mancanza della carta Tutto Treno – chiarisce Cristina Pezzolesi, tra i promotori dell’iniziativa - significa avere meno treni disponibili (soprattutto dopo le 18) e tempi di percorrenza dilatati su treni vecchi e sovraffollati. In poche parole, una peggiore qualità di vita. Per continuare a usare gli Intercity e i Frecciabianca infatti, senza la Carta i pendolari delle Marche sono costretti pagare a Trenitalia una cifra cresciuta circa del doppio. Altre regioni, come l’Emilia-Romagna e l’Umbria, l’hanno confermata per il 2017 per i loro residenti, le Marche no. In una società che dovrebbe valorizzare le scelte eco-sostenibili, la sospensione della carta crea un danno a noi e alle nostre famiglie, ma anche un danno ecologico notevole, rivelandosi una scelta miope e non proiettata verso il bene della comunità e del Paese».

«La sospensione della carta Tutto Treno ha comportato un grande sacrificio economico – fa presente Robert Manuzzi, che tutti i giorni percorre la tratta Pesaro Cesena - . Da una spesa annua di circa 750 euro, siamo passati a quasi 1570 euro, e il disagio non è solo economico, si sono dilatati anche gli orari dei treni regionali, quasi mai puntuali e poco puliti. Ora prendo il treno alle 6,49 e rientro a Pesaro alle 19,20 circa, con i regionali dovrei partire alle ore 6,15 e rientrerei alle 19,45 circa, a casa ho una moglie invalida e un bambino adolescente da gestire, e come me ci sono tante altre persone». Robert inoltre si sente preso in giro perché vorrebbe fare la carta in Emilia Romagna, visto che lavora a Cesena, ma non può farlo in quanto è residente a Pesaro. Lo stesso vale per Rodolfo Gabucci, che ora prende il treno alle 06.15 e deve alzarsi alle 05.10 per essere al lavoro alle 07.30. «Alla sera se perdo il treno delle 18.07, quello dopo è alle 19 con rientro a Pesaro alle 19.40 – rimarca Gabucci - . In totale sto fuori casa oltre 13 ore e mezzo, mentre con la carta tuttotreni risparmiavo 1 ora e 30. Questo ti cambia la vita perché finisce che vivi solo per lavorare». Insomma, i pendolari chiedono a gran voce alla Regione di intervenire, e tante iniziative si stanno moltiplicando in altre località, come a Jesi, coinvolgendo soprattutto i pendolari che fanno la tratta Ancona-Roma. Questo fa capire che il tema è caro a tutti marchigiani.