Suino della Marca, nasce il consorzio

Via all’iter per la denominazione. Le tipiche produzioni marchigiane potranno così contare su un prodotto di origine locale

Il Suino della Marca e la presentazione a Torino con Gianluca Carrabs

Il Suino della Marca e la presentazione a Torino con Gianluca Carrabs

Ancona, 15 ottobre 2016 - Svolta per gli allevatori di suini delle Marche. E’ nato il consorzio di tutela e sviluppo del suino delle Marca. L’annuncio è stato dato a Torino, durante il recente Salone del gusto, da Gianluca Carrabs (foto durante la presentazione), progect manager di Agrifactory.

Il consorzio, spiega Carrabs «avrà il compito di stimolare gli allevatori marchigiani ad allevare la loro razza autoctona ed unirli per il conseguimento della Dop (denominazione di origine protetta). Non solo. Chi, come il marchio prosciutto di Carpegna, si serve di maiali anche di altre regioni, col tempo potrà stagionare sempre più suini della marca».

Questa tipologia di suino era completamente scomparsa. Se ne trova traccia già nel 1927, quando il dottor Mascheroni nella sua “Zootecnia speciale” scriveva di un “maiale marchigiano” che, nella sua variante montana, largamente utilizzata per la ricerca dei tartufi, presentava taglia ridotta, mantello nero e “carne assai saporita”.

Nel corso del tempo il suino dela Marca era stato sostituito da razze con migliori performance produttive, ma con caratteristiche della carne inferiori e scarsa attitudine pascolativa.

Da questi presupposti storici parte il progetto di ricerca genetica per selezionare il “Suino della Marca”.

Progetto finanziato dalla Regionee e affidato all’Agenzia per lo Sviluppo del Settore Agroalimentare, l’Università di Camerino, l’Università Politecnica delle Marche per il suo sviluppo.

«Sono state incrociate – dice Carrabs – tre razze, large white, duroc e cinta senese creando uno specifico ceppo genetico che dopo anni di accurata sperimentazione, portata avanti dalla società agricola Agrifactory dei fratelli Cesari di Osimo, ha selezionato un suino di grande rusticità, alta capacità ad utilizzare il pascolo, prolificità, carne di grandissima attitudine alla trasformazione nelle tipiche produzioni marchigiane. Questo affinché il Salume di Fabriano, il Ciauscolo, il Prosciutto di Carpegna potessero avere finalmente una materia prima autoctona da filiera agricola locale».

Successo confermato anche dall’ultimo Salone del Gusto, Terra Madre di Torino, dove grazie a Slow Food Marche si è tenuto un importante laboratorio sul presidio del Salume di Fabriano e la filiera del Suino della Marca.