Arrestati tre imprenditori per evasione fiscale

La Guardia di Finanza di Urbino ha messo le manette a tre cinesi: sequestrati beni per 2,1 milioni di euro

Controlli fiscali della Guardia di Finanza (foto d’Archivio)

Controlli fiscali della Guardia di Finanza (foto d’Archivio)

Urbino, 19 settembre 2017 – La Guardia di Finanza di Urbino arresta 3 imprenditori cinesi per evasione fiscale: sequestrati beni per 2,1 milioni di euro a 12 persone indagate. L’operazione si chiama “Speedy Chinese 2” e ha permesso alle Fiamme Gialle di individuare imprenditori cinesi, del settore tessile e dell’abbigliamento, che avevano affari a Fossombrone e Senigallia e che utilizzavano come prestanomi dei loro dipendenti compiacenti; questi dipendenti diventavano i titolari di ditte individuali create ad hoc ma gli effettivi beneficiari degli utili realizzati erano i 3 imprenditori, che quindi non pagavano le tasse sui profitti.

Questo giochino, basato sul metodo «apri e chiudi», ideato dai componenti l’associazione a delinquere e finalizzato ad una sistematica evasione fiscale, andava avanti dal 2011.

La Guardia di Finanza ha eseguito fitte indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Urbino, tra cui pedinamenti, geolocalizzazioni e analisi di voluminose documentazioni contabili afferenti a diversi soggetti economici: nel dettaglio, l’individuazione e l’esame dei conti correnti, orientato alla ricostruzione dei flussi finanziari, ha consentito di rilevare come i tre soggetti esercitassero l’effettiva gestione sia delle imprese, sia dei conti stessi.

Il sistematico svuotamento di questi ultimi è stato fondamentale per dimostrare l’espediente utilizzato per rendere volontariamente inefficaci le procedure di riscossione coattiva da parte del Fisco. E’ stata così accertata un’evasione di imposta per oltre 2.100.000 euro.

Il Gip del Tribunale di Urbino ha quindi emesso tre ordinanze di custodia cautelare in carcere e il provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei beni, rediti societari, automezzi e macchinari aziendali, per oltre 2.100.000 euro. Sono 12, in totale, le persone indagate per gravi reati tributari, quali l’omessa dichiarazione, l’occultamento di scritture contabili e la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Negli ultimi tempi c’è stata una forte accelerazione nelle indagini poiché i 3 imprenditori stavano pianificando di trasferirsi nel Nord Italia: il costante monitoraggio dei loro spostamenti ha impedito che questi facessero perdere le loro tracce e ha indotto all’esecuzione dei provvedimenti di custodia cautelare il giorno del trasferimento materiale di due di loro in altra città; il terzo è stato rintracciato a Mantova.

Considerata nel suo complesso l’operazione Speedy Chinese, che già nel 2016 aveva dato i primi frutti con l’arresto di un altro imprenditore cinese ed il sequestro di beni riconducibili a dieci indagati per oltre 1.600.000 euro, costituisce la risposta della Guardia di Finanza della Provincia di Pesaro e Urbino ai fenomeni evasivi più gravi, che producono effetti distorsivi per l’economia favorendo la concorrenza sleale a danno delle imprese virtuose.