Dallo “scrigno” dell’Accademia Raffaello spunta il dono del re di Sassonia

Nella Casa natale del pittore, in mostra i dipinti che di norma non vengono esposti e si trovano negli uffici

Di Ludwig Theodor Choulant, un dettaglio de “Il Palazzo dei Dogi di Venezia”, dono del re di Sassonia

Di Ludwig Theodor Choulant, un dettaglio de “Il Palazzo dei Dogi di Venezia”, dono del re di Sassonia

Urbino, 20 febbraio 2017 - L’Accademia Raffaello ha aperto il primo dei suoi “Scrigni”, ovvero ha iniziato a svelare al pubblico – in più occasioni nel corso dell’anno – quelle opere che di norma rimangono lontante dalla vista dei visitatori perché collocate nella sede amministrativa (a Lavagine, quindi ben lontana dalla Casa di Raffaello).

Il presidente Luigi Bravi – alla presenza anche del suo predecessore, Giorgio Cerboni Baiardi – nei giorni scorsi ha tolto il velo davanti al pubblico di cittadini e accademici per mostrare Il palazzo dei dogi di Venezia, opera donata all’Accademia dal re di Sassonia, realizzata dal pittore di corte Ludwig Theodor Choulant; Scena di caccia (1868) di Teresa Durazzo Doria e Foci del Candigliano, del pesarese Giuseppe Vaccai.

«Nei prossimi mesi alla Casa si alterneranno altre esposizioni – ha spiegato Luigi Bravi –, ma nei periodi di transizione tra un evento e l’altro, andremo avanti con la serie Dallo scrigno, mostrando anche le sculture, le fotografie d’epoca, le donazioni fatte dagli accademici. Insomma, tutto quanto di norma non viene visto e che oggi assume un certo significato anche per la storia dell’Accademia stessa».