Pesaro, 11 agosto 2011 - "Mose’ è un guerriero che lotta per la libertà, per qualcuno è un terrorista". Il regista Graham Vick non perde il suo aplomb britannico ma è facile intuire che con queste premesse il 'Mosè e il faraone' che andrà in scena questa sera al Rossini Opera Festival (ore 20, Adriatica Arena) è destinato a far discutere. Specialmente se il profeta dell’Esodo è la copia esatta di Bin Laden. Le prova generale è stata un successo ma nella comunità ebraica sono rimasti freddi: si attende la visione di questa sera per un giudizio definitivo ma c’è già chi vede in questo allestimento l’ennesima istigazione all’antisemitismo. Stasera tra il pubblico sventolerà anche la bandiera d’Israele.

 

"Non ho nessuna intenzione di provocare o fare arrabbiare qualcuno - spiega Vick -, ho solo cercato di presentare tutti i punti di vista in modo equilibrato e con molte metafore per mettere l’accento sul fatto che in ogni religione ciascuno pensa di avere Dio dalla propria parte mentre le azioni fatte in nome di Dio, in realtà sono fatte dagli uomini".  Nel 1997 Vick aveva preparato per il festival pesarese il “Moise e Pharaon” in cui rendeva omaggio alla storia, alla cultura e alle sofferenze del popolo ebraico con ampi di riferimenti all’Olocausto.  "Ma questo - ribadisce il regista - avveniva nel secolo scorso. Riaffrontando questo titolo di contenuto biblico ho sentito la necessità di guardare a cosa è successo negli ultimi dieci anni in Medio Oriente e a cosa sta succedendo ancora". E cosa accade? gli chiediamo.
 

 

"Rabbia, distruzione, vendetta. Tutto nel nome di dio".E allora molte cose cambiano e alla fine il Mar Rosso si apre per lasciare passare ebrei che somigliano troppo ai palestinesi. Anche se Vick dice che non è 'proprio così'. Ma i riferimenti in scena sono tanti, dai bambini soldato ai kamikaze, fino alle stragi del teatro Dubrovka di Mosca e di Beslan e a un grande muro che, interviene il regista, "potrebbe essere quello di Gaza, ma anche quello del pianto".
"Lo spettacolo - spiega - descrive uno scontro di civiltà, tra una società prospera, borghese, soddisfatta in cui tutti sono liberali. Non propriamente occidentale, ho pensato anche al Dubai e alla Cina, e una di reietti, di nuovi schiavi, che per pochi soldi fanno le pulizie o vendono il proprio corpo. Gente che non ha nulla da perdere e che per questo è pronta a sprofondare nel fondamentalismo e indossare un cinturone di esplosivo per farsi saltare in mezzo a persone innocenti". Uno spettacolo... esplosivo che comprende Riccardo Zanellato (nella foto) nel ruolo del titolo, Alex Esposito, Dmitry Korchak, Yijie Shi, Sonia Ganassi, Olga Senderskaya, Enea Scala e Chiara Amarù. Roberto Abbado, alla testa di Orchestra e Coro del Comunale di Bologna.