Elvidia Ferracuti: «Chi mi ama mi festeggia»

La soprano nota come “rosina delle Marche” sfida i ricordi e invita a pranzo gli amici più cari

Elvidia Ferracuti

Elvidia Ferracuti

Pesaro, 4 ottobre 2016 - Bella, sorridente, gli occhi maliziosi, i boccoloni castani che le scendono mollemente sulla nuca tipo principessa Sissi, la sua immagine sta su una parete laterale della grande sala da pranzo dell’Hotel Cruiser.

Didascalia e informazioni dicono che è una foto del 1974 che la ritrae in costume di scena nell’opera Bohème di Puccini al Teatro dell’Opera di Roma e dalla quale il pittore Mauro Mazziero ha realizzato un ritratto ad olio ora in mostra su un mobile dall’altra parte della sala.

Elvidia Ferracuti, nell’ordine, soprano di lunga e gloriosa milizia, professoressa nel senso di docente del Conservatorio “Rossini” e anche Cavaliere e Commendatore della Repubblica, ha invitato un gruppo assai folto e composito di amici con lo scopo dichiarato di voler «festeggiare la mia vita».

La ricorrenza, che tradizionalmente cade, secondo quanto da lei affermato, nella prima domenica di ottobre, dovrebbe riguardare all’incirca anche il compleanno, chi volesse sapere di che numero si tratti della consistente serie dovrebbe andarlo a leggere sulla gran torta arrivata puntuale a concludere il pranzo con sopra due sparute candeline subito tolte di mezzo: troppo poche a simboleggiare il compleanno, ma sufficienti a sembrare candele votive.

La signora Elvidia, mette al bando le candele con aperta spavalderia, afferra il coltello e incide la prima fetta di torta.

Attorno ai tavoli, collocati a sembrare più una festa di nozze che un compleanno c’è un piccolo mondo intero, parenti, amici, conoscenti, personaggi, estimatori, autorità, tutti in forma privata.

Prima del dolce, al posto dell’immagine sulla parete è apparso un filmato: Elvidia Ferracuti che nel pieno della sua vocalità e della sua fioritura giovanile, si esibisce all’Auditorium “Pedrotti” di Pesaro, chiamando appassionatamente sul suo seno opimo «te, o nessuno mai più, ormai per me come il sole sei tu... perché sei tu che mi hai preso il cuor...» e poi un’ardita e impervia scalata di note. Applausi scroscianti, memori e nostalgici.

«Grazie di essere qui», dice sorridente, poi lo spirito prende il sopravvento, parte qualche anatema secco e lucido come una folgore, subito seguito da un altrettanto emozionato e affettuoso ricordo. Parla di “meteore” vocali di oggi, quelle che cantano con il microfono addosso, e invece di grandi personaggi del passato resistenti per anni sui palcoscenici di tutto il mondo nonchè nell’anima e nel cuore del loro pubblico affezionato fino al fanatismo. Non sta mai ferma la signora Elvidia, si fa in dieci e anche in venti per condividere la sua presenza con tutti coloro che sono arrivati lì per salutarla e per stare insieme a lei in questo incontro conviviale. Ha più spirito che anni e ha anche più passione che spirito ed è con vera passione che ricorda i complimenti per la sua amata voce ma anche, ancora più ardite e a volte fino a infrangere clamorosamente sia il limite della decenza che quello del buon gusto, le proposte e le avances che puntavano direttamente al suo fisico e alla sua avvenenza.

Elvidia Ferracuti con il pittore Mauro Mazziero che l’ha ritratta (Fotoprint)
Elvidia Ferracuti con il pittore Mauro Mazziero che l’ha ritratta (Fotoprint)

Racconta episodi e trascorsi della sua vita professionale e privata mescolati insieme con efficacia e simpatia, sfoderando un sorriso che sta fra l’ironico e il sornione, si direbbe fin quasi a sfiorare “il birbo”.

Il suo motto pare essere ancora e sempre o con me o contro di me, come spesso accade alle personalità forti e tale dev’essere la signora Ferracuti se ancora riesce a mettere insieme un “pubblico” di amici come quello di domenica al Cruiser.

«Ognuno di voi – dirà con una punta di tenerezza durante il brindisi seduta al centro della lunga tavolata come una sposa accanto e di fronte agli invitati – mi è caro per qualcosa di particolare. L’appuntamento è per la prima domenica di ottobre del prossimo anno». Applausi, ringraziamenti, fiori all’artista e arrivederci alla prossima stagione.