Cuore matto, il calciatore: “Salvato dal massaggiatore”

Davide Meglio dall’ospedale: “La maglia si alzava a ripetizione”

Pesaro, il massaggiatore Elvis Costantini

Pesaro, il massaggiatore Elvis Costantini

Pesaro, 27 settembre 2014 - «Voglio ringraziare il massaggiatore del Vismara, Elvis Costantini, che per primo ha capito che si trattava di un’aritmia e ha prontamente chiamato la Guardia Medica e il 118. Ringrazio lo staff medico del Vismara e, ovviamente, tutta l’equipe del personale del 118 che mi ha salvato la vita. Uno di loro ieri mi è anche venuto a trovare in reparto: mi ha fatto tanto piacere».

Davide Meglio, il giorno dopo, parte dai ringraziamenti. Il malore che lo ha colto nei minuti di finali di Vismara-Atletico Gallo Colbordolo, incontro giocato allo stadio Spadoni di Montecchio, è stato superato con la grinta che lo contraddistingue, da difensore, in campo. Letteralmente vitale la cardioversione elettrica che gli uomini del 118 gli hanno praticato, con lucida professionalità, nonostante all’interno dello spogliatoio si giocasse sul filo dei minuti e il cuore del giovane calciatore fosse arrivato a battere 300 pulsazioni al minuto.

«Ora sto bene – racconta Davide, pesarese, 19 anni da compiere il 23 novembre -. Ma esattamente ancora non si sa cosa mi sia capitato. Resto ricoverato nel reparto di Cardiologia del San Salvatore e dovrò fare ancora alcuni accertamenti. So solo che da quanto batteva forte il cuore avevo la maglia che faceva su e giù...».

Non c’erano mai stati altri episodi del genere?

«Mai. Mi hanno detto che si è trattato di una aritmia. Non si sa ancora di che tipo. Dicono che possa capitare senza preavviso e che non sia necessariamente collegata allo sforzo della partita. Quest’anno, per colpa di uno stiramento, avevo giocato solo una partita ufficiale in Coppa Italia. Questa era la seconda. Da piccolo giocavo nel Villa San Martino. Poi ho fatto tre anni nelle giovanili del Fano. E questa è la terza stagione al Vismara: mai avuto problemi».

Tornerai a giocare a calcio?

«Non lo so. Mancano ancora alcuni accertamenti e, volendo, mi hanno spiegato che potrei curarmi con dei farmaci che, però, non mi permetterebbero di tornare a giocare. Invece, con un piccolo intervento che potrebbero farmi nel giro di un mese e mezzo a Milano, si dovrebbe risolvere tutto».

La partita era quasi finita. Che ricordi ci sono di quel momento?

«Tutto è accaduto all’improvviso, senza avvisaglie. Il dottore mi ha detto che sono stato bravo a non farmi prendere dal panico. Poi, il fatto che sono giovane e sono allenato, ha permesso al cuore di reggere. Non ho avuto cedimenti, sono tornato sulle mie gambe dentro lo spogliatoio, non sembrava nulla di grave. Fortunatamente Elvis Costantini ha capito subito e ha dato l’allarme».

La squadra, la società, gli amici, i medici del 118, tutti stretti a Davide. «L’altra sera, nello spogliatoio, i compagni si sono impauriti: avevo cuore che muoveva la maglietta da quanto batteva. Molti, tra cui il presidente del Vismara, mi sono venuti a trovare in ospedale. Tanti, fin dalla notte, mi hanno chiamato o mandato messaggi. Mi sono stati tutti molto vicini. Ora voglio guarire e tornare in campo».