Buone notizie per gli indebitati, pagheranno per quanto possono

Iniziativa di Camera di commercio: conduce i privati fino al concordato

Maurizio e Maria Cesaroni nella loro Ford Mondeo (Foto Petrelli)

Maurizio e Maria Cesaroni nella loro Ford Mondeo (Foto Petrelli)

Pesaro, 29 luglio 2016 - Il segno che l’età dell’oro è terminata? Eccolo. E’ stato creato un ufficio all’interno della Camera di Commercio per venire incontro ai soggetti che hanno problemi di sovraindebitamento. Cosa vuol dire? «Cercare di evitare casi come quello di Fano dove marito e moglie che hanno perso lavoro finiscano a vivere dentro un’auto», dice il presidente camerale Alberto Drudi. Un ufficio, quello che sarà guidato dall’avvocato Graziella Spadaccini, che si rivolge soprattutto a tutti coloro che non possono fallire. Che sembra una contraddizioni in termine, ma non lo è perché si rivolge sia ai singoli cittadini, sia alle piccole imprese, soprattutto quelle individuali, ma anche alle imprese agricole di qualsiasi dimensione che per legge non possono fallire e quindi non possono chiedere il concordato. Un problema che colpisce anche i singoli cittadini che si ritrovano con i mutui da pagare, soprattutto della casa, contratti quando ancora avevano un lavoro. Insomma situazioni di grande difficoltà che terminano con decreti ingiuntivi, sequestri, entrata nella black list delle banche, inseguiti da Equitalia. Il tutto senza poter nemmeno dire... «dichiaro fallimento».

Per ovviare  a tutte queste situazioni è stato creato questo ufficio che però entrerà in funzione operativamente tra settembre-ottobre. Ma la macchina è già stata apparecchiata, nel senso che una decina di professionisti della città, tra avvocati e commercialisti, hanno seguito un corso proprio per attrezzarsi a questo tipo di problemi. Che sostanzialmente andranno a svolgere questo compito: trovare una mediazione tra creditore e debitore. Il tutto poi con la certificazione di un magistrato. Insomma, arrivare ad una specie di concordato, per evitare, insomma, di terminare a dormire dentro un’auto. A chi si presenterà negli uffici camerali (primo caso nelle Marche, ndr) viene richiesto un costo di 200 euro, per cui il gioco deve valere la candela. Tradotto in soldoni, chi rischia che gli venga sequestro un vecchio divano, meglio mollare quello.

Lo specchio  comunque di una situazione che non va e di una ripresa che non c’è fatta eccezione per le sole imprese che esportano. Il conto della situazione lo ha fatto il presidente camerale Alberto Drudi quando ha tirato fuori un po’ di numeri riguardanti i primi tre mesi dell’anno: «Sono state attivate 26 procedure fallimentari – dice – contro le 19 dello stesso periodo dello scorso anno. Si tratta di dati in linea con la media nazionale: secondo l’Unirec, imprese impegnate nel recupero crediti, mutui, prestiti e bollette, nel 2015 si è raggiunta la cifra di 59 miliardi che equivale al 3,6 del Pil nazionale». Vista la situazione «era necessario e urgente intervenire per far sì che anche i soggetti più deboli come lavoratori, pensionati, artigiani, piccoli imprenditori e imprenditori agricoli, potessero liberarsi dei debiti, divenuti nel frattempo insostenibili con il perseverare della crisi», dice Drudi. La procedura prevede che, a determinate condizioni, il debitore possa pagare i propri debiti nella misura in cui sia realmente in grado di pagare e venga sdebitato a fine procedura, ottenendo così una completa riabilitazione. Insomma una forma di corcondato come la legislazione prevede per tutte le società che nel corso di questi anni la crisi ha messo ko.