"Don Gaudiano capì tutto con 40 anni d’anticipo"

L’anniversraio: le Comunità che fondò rilanciano il suo messaggio. Online il docufilm sulla sua vita (VIDEO)

Don Gianfranco Gaudiano all'epoca dell'insegnamento in seminario con alcuni suoi allievi (foto Vitali)

Don Gianfranco Gaudiano all'epoca dell'insegnamento in seminario con alcuni suoi allievi (foto Vitali)

Pesaro, 24 agosto 2014 – Con la festa di oggi a Casa Marcellina idealmente si chiude il lungo anno di iniziative e incontri utili a ripercorrere le orme di don Gianfranco Gaudiano, il prete degli ultimi, in occasione del ventennale dalla sua scomparsa.

Lo spettacolo di oggi, offerto dalla compagnia teatrale Il Carro dei Comici «è per ritrovarsi insieme con i tanti sostenitori e i volontari che quotidianamente confermano la loro vicinanza a Casa Marcellina e Casa Gaudiano, baracche che don Gaudiano avrebbe certamente promosso» conferma Elena Farina, responsabile delle due comunità socio educative riabilitative residenziali che da anni sono diventate la casa di persone con handicap psichico.

Alla festa sarà presente un amico storico di Gaudiano, Gianfranco Sabbatini, presidente Fondazione Carisp, il quale ricorda: «Ha segnato la vita di molti, ha dato un’anima alla nostra comunità con le sue opere». Il ventennale, organizzato dalla Fondazione Gaudiano con la collaborazione della comunità ecclesiale di via del Seminario e le tante realtà gemmate dalla testimonianza primigenia di un uomo che pensò prima di tutto al destino dei più deboli, è servito a «recuperare una visione d’insieme — osserva Monsignor Franco Tamburini, responsabile del Ce.i.s., l’ente che don Gianfranco Gaudiano istituì nel 1976 per gestire, sostenere e organizzare le strutture che erano nate o andavano nascendo attorno a lui in risposta alle varie povertà emergenti nella città —. Con il ruolo di mediazione della Provincia che verrà meno, è difficile vedere ora i termini di un riassetto istituzionale. Ma il rapporto con il sistema di welfare pubblico, dopo anni di relazione stretta e affidabile, è concreto. Piuttosto le sfide che ci attendono sono quelle che Gaudiano intuì 40 anni fa quando si interrogò sul destino di coloro la cui disabilità mentale può distruggere la dimensione relazionale.

Basta guardare le cronache di questi giorni. Gaudiano ci ha insegnato che un percorso di conoscenza specifica e progettualità integrata costruita attorno alla persona, prima che al malato, promuove soluzioni e risultati positivi tangibili in termini soprattutto di prevenzione». In venti anni le baracche «hanno resistito e si sono evolute, crescendo». Il senso del ventennale è stato quello di tramandare alle nuove generazioni come ad una città cambiata e forse distratta da tanti aspetti della vita contemporanea, la storia e l’esempio di un uomo che giorno per giorno è riuscito a prendersi cura del suo prossimo. Oltre alla visita di Monsignor Angelo Bagnasco, la pubblicazione di due libri a firma di Giuliana Ceccarelli (sulle omelie di Gaudiano) e di Paolo Pierucci (sull’esperienza personale del fondatore di Casa Moscati), spettacoli teatrali e convegni, per il ventennale è stato prodotto un documentario: «Giorno per giorno. Sulle orme di don Gianfranco Gaudiano» (GUARDA IL VIDEO).

Inoltre grazie all’ultima produzione del Porto Ce.i.s Teatro Galleggiante la compagnia teatrale con la direzione artistica di Giuliano Ferri e l’interpretazione di Alessandro Paci, da settembre: «andrà in tournée nelle scuole superiori di Pesaro lo spettacolo "C’era un ragazzo che come me. Anche don Gaudiano è stato giovane"». A ridosso dalla morte di don Gianfranco Gaudiano, la scuola di piazza Del Monte, in suo omaggio, cambiò nome. Negli anni i tributi sono aumentati: parallelamente all’evoluzione delle opere che Gaudiano riuscì ad avviare, piccoli, grandi segni tangibili del suo passaggio hanno interessato altri luoghi della città. Ad essergli intitolati furono una piazza nel quartiere Celletta per la mobilitazione spontanea dei residenti e, nel decennale, la sede della comunità socioeducativa riabilitativa di via del Teatro, Casa Gaudiano, appunto. Ma come amava osservare Paolo Pierucci, fondatore insieme a Gaudiano di Casa Moscati, il valore del messaggio lanciato da Gaudiano è celato nel volto di coloro che negli anni, per un motivo o per l’altro, hanno condiviso l’esperienza delle baracche.

Tra tanti, emerge il sorriso di Marcellina Grassani, gentildonna pesarese, che quando incontrò Gaudiano, rivoluzionò il suo stile di vita, mise al servizio della comunità di via del Seminario la sua grande generosità e la sua costante, preziosa presenza. A lei, donna straordinaria, è intitolata la comunità di strada delle Marche.