Pesaro, 8 novembre 2012 - Drudi e Formica firmano le carte del “divorzio”. E finito il matrimonio si dice anche addio a Fiere Marche: l’ente con le tre strutture a Campanara di Pesaro, Civitanova e la Fiera della Pesca ad Ancona chiude infatti i battenti sotto il peso dei debiti e delle polemiche interne alla gestione.

La Camera di Commercio di Pesaro, azionista di maggioranza con il 53% delle quote, ha chiesto la messa in liquidazione della società, accusando il socio di minoranza e attuale presidente del cda Mario Formica di essersi rifiutato di ripianare i debiti (1,5 milioni) di sua competenza.

Di fatto, quindi, da oggi Fiere Marche “è stata messa in liquidazione – si legge in una nota della Camera di commercio di Pesaro Urbino – perché il capitale sociale è risultato ridotto al di sotto del minimo legale” e “a fronte di tale situazione la Camera di Commercio e la Fondazione Patrimonio Fiere stanno valutando richieste di utilizzo del quartiere fieristico già provenienti dal territorio” per “valorizzare la funzione promozionale e fieristica” ed “ogni attività di sviluppo dell’econiomia locale”. L’assemblea dei soci dell’ente camerale ha inoltre già “nominato i liquidatori nelle persone del commercialista Franco D’Angelo e dell’avvocato Paolo Pazzi”.

Di contro Formica ribatte di aver saldato quanto dovuto, mentre la Cciaa di Pesaro Urbino ha disatteso “se non in modo parziale (ossia per 270mila euro), l’impegno formalmente assunto di accollarsi la copertura delle perdite relative alla fase di start up della società (esercizi 2011-2012)’’. Pertanto il presidente del cda Fiere invita il collegio sindacale “a rispettare gli impegni assunti coprendo per intero le perdite” assicurando così “l’integrità del capitale sociale nell’attuale composizione e le condizioni di continuità aziendale di cui si è fatto unilateralmente carico”.