Canone Rai in bolletta, arriva due volte e pure ai defunti

Alla Federconsumatori di Pesaro e Urbino segnalazioni a pioggia. Ecco come riavere i soldi indietro

Canone Rai, dal 2016 si paga in bolletta (Foto Ansa)

Canone Rai, dal 2016 si paga in bolletta (Foto Ansa)

Pesaro, 5 agosto 2016 - L’operazione del canone Rai in bolletta potrebbe rivelarsi un ginepraio. Stanno arrivando le prime fatture elettriche che però, stando a quanto segnala Federconsumatori Pesaro-Urbino, in diversi casi si sono rivelate piene di errori.

Insomma, la macchina organizzativa sta già mostrando i primi intoppi, soprattutto legati al doppio addebito se il contribuente è intestatario di più di una bolletta elettrica. «Riceviamo segnalazioni di errori ogni giorno – rivela la segretaria provinciale, Paola Venturi –. E se pensiamo che la luce è una tra le scadenze più variabili per tempi di fatturazione e modalità di pagamento, è facile prevedere che nelle prossime settimane il problema esploda».

Il sistema messo a punto rischia di far pagare più del dovuto le coppie che hanno una seconda casa con l’utenza intestata a uno dei due coniugi. Nonostante la tassa sulla tv sia dovuta una sola volta per famiglia, i casi di doppio addebito non si contano.

«Quel che è peggio è che diversi utenti sono stati messi di fronte alla decisione di pagare, o meno, solo due giorni prima della scadenza del bollettino» spiega la Venturi. Il canone è stato applicato anche a chi non aveva il televisore e ha presentato una domanda di esezione non corretta dal punto di vista formale, o semplicemente perchè ha spedito la dichiarazione senza chiudere la busta. «Chi se l’è ritrovato in bolletta ora è anche preoccupato di incorrere in qualche sanzione».

Altro capitolo spinoso è quello dei defunti chiamati a versare la tassa sulla tv per errori burocratici o, più semplicemente, per la pigrizia degli eredi che ritardano le volture delle utenze. In tutti questi casi, con i dovuti distinguo, il consiglio di Federconsuatori è quello di pagare e presentare la contestazione in un secondo momento.

Il motivo è semplice: «Nella stragrande maggioranza dei casi le bollette si pagano con l’accredito diretto in banca e bloccarlo spingerà il gestore, che non ha nulla a che fare con il canone essendo un semplice esattore, a richiedervi il deposito cauzionale». Non solo: «Togliere il rid bancario non elimina l’obbligo di pagare la quota di energia consumata – prosegue Venturi –. Questo presuppone che ciascun utente debba munirsi del numero di conto corrente del gestore, rischiando di incorrere in errori e quindi di finire in morosità. Si entra perciò in un circolo vizioso abbastanza pericoloso visto che non sappiamo se poi l’Agenzia delle Entrate manderà questi mancati pagamenti ad Equitalia, la quale potrebbe far scattare l’accertamento se il meccanismo di comunicazione con il fisco non dovesse funzionare. Insomma: meglio pagare e, dopo, contestare».

Mentre il doppio addebito sulla seconda casa è facilmente dimostrabile, altri casi partono in salita. Non hanno molte possibilità di riavere indietro il balzello coloro che hanno compilato il modello con degli errori, come l’omissione di qualche dato anagrafico, chi non ha la tv in casa e si è dimenticato di inviare il modulo di esenzione, o chi ha evitato di cambiare l’intestazione delle utenze nelle case ereditate per risparmiare. «In tutti questi casi non si può più fare niente per quest’anno. Ma per evitare di sborsare i soldi nel 2017, la domanda di esonero va presentata entro il prossimo 31 dicembre».

si. spa.