Ubi, boom in Borsa dopo offerta per Banca Marche

Documento vincolante per acquisire le tre good bank. Un euro il costo e tante richieste ai venditori. Personale verso una riduzione fino al 30 per cento

Victor Massiah ha costruito l’offerta di Ubi per le tre good bank che piace alla Borsa

Victor Massiah ha costruito l’offerta di Ubi per le tre good bank che piace alla Borsa

Pesaro, 12 gennaio 2017 - Come annunciato è stata ufficializzata in mattinata, prima dell’apertura della borsa, l’offerta vincolante di Ubi per l’acquisto di Banca Marche, CariChieti e Banca dell’Etruria.

I termini appaiono così vantaggiosi per l’istituto Ubi che la borsa ha accolto la notizia con un aumento della quotazione del 2,5%, poi salito in mattinata al 6-7% con blocco delle contrattazioni.

Evidentemente il direttore generale Victor Massiah ha ottenuto «quell’aumento di valore per il suo istituto» che aveva chiesto. A pagarlo sarà il fondo interbancario (450 milioni di patrimonializzazione delle tre good bank, più una serie infinita di garanzaie), la colettività (utilizzo in detrazione fiscale dei 600 milioni di perdite accumulate), i dipendenti (visto che l’obiettivo è il 30 per cento in meno seppure entro tre anni).

Infatti iera sera a Milano «il consiglio di sorveglianza di Ubi Banca, su proposta del consiglio di gestione, ha approvato e inviato al Fondo di Risoluzione un’offerta vincolante per l’acquisto del 100% del capitale delle “good bank” nate dalla risoluzione di Banca Marche, Etruria e Carichieti».

«L’offerta ha durata fino al 18 gennaio e prevede un closing nel primo semestre dell’anno, “previo soddisfacimento delle condizioni sospensive dell’operazione”».

Ecco i contenuti: il prezzo offerto per l’acquisizione e’ di un euro; la cessione da parte delle tre good bank di circa 2,2 miliardi di crediti deteriorati lordi (1,7 miliardi di sofferenze lorde e 500 milioni di inadempienze probabili lorde).

«Marche, Etruria e Carichieti dovranno inolte rispettare su base aggregata alcuni parametri, con una “soglia di tolleranza del 5%”: patrimonio netto contabile di almeno 1,01 miliardi, asset ponderati per il rischio (Rwa pillar 1) non superiori a 10,6 miliardi, liquidity coverage ratio medio ponderato superiore al 100% e Cet1 medio ponderato non inferiore al 9,1%. Il Fondo di Risoluzione, infine, dovra’ impegnarsi a ricapitalizzare le tre banche per 450 milioni prima del closing».

Vengono ioltre individuati «oneri di ristrutturazione per 130 milioni, un accantonamento rappresentativo del fair value dei contratti connessi alle operazioni immobiliari (Consorzio Palazzo della Fonte e Fondo Conero), quantificato in massimi 100 milioni, soggetto a eventuale revisione, e accantonamenti addizionali a fondi rischi e rettifiche a componenti dell’attivo delle good bank, quantificati in 100 milioni».

Sul personale Ubi Banca prevede una riduzione degli oneri operativi di Banca Marche, Etruria e Carichieti del 30% nel 2020 rispetto al 2015, grazie a una «razionalizzazione della forza lavoro, con modalità da concordarsi con le organizzazioni sindacali».

Non solo la sovrapposizione esistente tra Ubi e i tre istituti acquisti, soprattutto nelle Marche genererà «ulteriori razionalizzazioni delle filiali principalmente nelle aree a parziale sovrapposizione». Con migrazione «sul sistema informativo di Ubi Banca entro un anno, anche grazie all’anticipazione a fine febbraio di tutte le migrazioni previste dal progetto Banca Unica di Ubi».

Ubi dovrà comunque aumentare il suo capitale di 400 milioni di euro per digerire le tre good bank.

L’istituto sottolinea che l’operazione ha un «solido razionale industriale, economico e finanziario».

«E che porterà – aggiunge – a un incremento di oltre l’1% della quota complessiva di mercato, corrispondente a una quota addizionale del 20% rispetto a quella attuale, consolidando inoltre la presenza in aree geografiche in cui il gruppo Ubi non è presente o lo è solo parzialmente».

Inoltre prevede «per effetto della prevista riduzione del costo del credito, delle sinergie sui costi operativi e del minor costo del funding, stimando un apporto dell’esercizio 2020 riferibile al perimetro identificato delle good bank nell’ordine di oltre 100 milioni in termini di risultato ordinario netto, si prevede un impatto positivo sulla redditività ordinaria del gruppo Ubi e un ritorno del 25% sull’aumento di capitale di Ubi Banca».

A vederlo così pare proprio un affare.