Fusione tra Comuni. Ricci: «Con noi avrete opere che non fareste in trenta anni»

Trecento persone all’assemblea pubblica con i sindaci Vichi e Ricci per spiegare i vantaggi di una fusione. Disputa con l’onorevole Cecconi (M5S) sul patto di stabilità: “Non è il sottosegretario che deve rendere il parere”

Nella palestra di Mombaroccio ha avuto luogo la prima assemblea tra i mombaroccesi e i sindaci Vichi e Ricci

Nella palestra di Mombaroccio ha avuto luogo la prima assemblea tra i mombaroccesi e i sindaci Vichi e Ricci

Mombaroccio (Pesaro e Urbino), 4 ottobre 2015 - Pesaroccio, atto terzo. Nella palestra di Mombaroccio venerdì sera si è tenuta la prima assemblea pubblica di confronto sui vantaggi della fusione per incorporazione tra Pesaro e Mombaroccio che domani, lunedì 5 ottobre, alle ore 17, nei rispettivi consigli comunali segnerà un altro passo avanti, con l’approvazione della proposta di legge regionale da rimandare in Ancona.

Ambientata nell’impianto sportivo di Mombaroccio il colpo d’occhio delle quattro ore di intenso botta e risposta ha visto trecento persone in tribuna; giunta di Mombaroccio al completo (il sindaco Angelo Vichi e i due assessori Mauro Ferri e Andrea Bernardi) con il sindaco di Pesaro Matteo Ricci e l’assessore al bilancio Antonello Delle Noci a centro campo; gli avversari presenti... in panchina. Tra quelli a bordo campo in particolare sono intervenuti Massimo Muratori ed Emanuele Petrucci della minoranza consiliare di Mombaroccio; Michela Marsilii presidente del Comitato di cittadini “Vogliamo vivere a Mombaroccio da mombaroccesi”; l’onorevole pentastellato Andrea Cecconi. A parte alcuni momenti in cui dagli spalti è partito il coro per invitare il sindaco a dimettersi, a parte gli scatti di un Navario Iacucci incontenibile contro il sindaco Vichi e a parte “la sparata alla Totò” di un romano residente da qualche anno a Mombaroccio che “da cittadino italiano” è intervenuto esprimendo il proprio plauso alla legge Delrio, il clima della serata è stato scoppiettante, ma civile tanto che degli arbitri (carabinieri e agenti della municipale) non c’è stato bisogno.

«Sono sempre gli stessi a contestare – osserva il sindaco Angelo Vichi – un gruppetto che fa parte della famiglia Marsilii e pochi altri. E’ un peccato che per la confusione generata da pochi in molti non riescano ad avere le informazioni che cercano».

Alla vigilia del nuovo passaggio nei due consigli comunali per il parere sulla proposta di legge regionale, Matteo Ricci si è presentato all’assemblea sulla fusione con una lettera del Viminale. Il nome del ministro è scritto male, ma la lettera è autentica e autografata. Ricci l’ha distribuita tra le persone.

La firma è del sottosegretario Gianpiero Bocci. Si legge nel testo: «Ribadisco che il ministero dell’Interno non ha rilasciato agli enti locali alcun parere interpretativo in merito alle fusioni per incorporazione. E’ mia opinione, tra l’altro, che il processo di aggregazione dei Comuni, finalizzato ad una più efficiente gestione dei servizi, ha sempre goduto di un’ottica di favore nella legislazione. Che ha introdotto benefici di carattere finanziario volti a rendere, anche ai cittadini coinvolti, immediatamente percepibili i vantaggi di tali iniziative. La legge Delrio ha, con chiarezza, esteso alle incorporazioni tutti i benefici riservati alle fusioni».

Ma Ricci va oltre: «Qualcuno non si fida ancora? Bene: allora diciamo una cosa in più. Facciamo rischiare solo Pesaro. Il contributo dello Stato di un milione e mezzo per tre anni (un milione e mezzo all’anno, ndr) lo mettiamo nelle opere di Mombaroccio. Fanno quattro milioni e mezzo, ovvero il conto delle opere che Mombaroccio non farebbe neanche in 30 anni».

Il commento dell’onorevole pentastellato Andrea Cecconi non si è fatto attendere: «A quanto pare, il prestigiatore Ricci sta provando un altro dei suoi numeri. Purtroppo per i cittadini non gliene va mai bene uno».

L'onorevole Andrea Cecconi dei 5 Stelle

L'onorevole Andrea Cecconi dei 5 Stelle

Per Cecconi: «Il Sindaco di Pesaro si è presentato a Mombaroccio per promettere fiumi di soldi destinati ai territori che verranno annessi, tralasciando che vi siano zone periferiche come Novilara e Villa Betti totalmente abbandonate a se stesse. Non occorre che vada a cercare nuovi territori da aiutare, basterebbe dedicarsi alle attuali periferie della città».

Per quanto riguarda la deroga al Patto di Stabilità, Cecconi ha portato con sé il parere di Agostino Anatriello, funzionario degli Interni, direzione centrale della finanza locale che avvalora il parere avuto dal Dipartimento del Tesoro riguardo al fatto che la fusione per incorporazione non produrrebbe l’allentamento cercato.

«Io mi domando – osserva Cecconi – se davvero Ricci crede di amministrare un branco di scemi. Si presenta in consiglio comunale con la letterina del suo amico, il Sottosegretario, e pretende di farla passare come una sentenza della Corte di Giustizia Internazionale. Avrebbe un minimo di senso se fosse almeno colui che deve rendere il parere, ma così non è. È un po’ come chiedere ad un idraulico di cambiare una lampadina». Cecconi spiega poi di aver fatto egli stesso le sue ricerche e di aver ricevuto tutt’altra risposta dai funzionari ministeriali.

«Non ci è voluto molto, in un paio di telefonate ho potuto parlare con il funzionario del Dipartimento Affari Interni Territoriali del Viminale che mi ha confermato quanto sostenuto dal Tesoro: la fusione per incorporazione non genera un nuovo ente, bensì ne estingue uno a favore di un altro già esistente. Queste condizioni non permettono la deroga del patto di stabilità prevista per le fusioni ordinarie. Non mi meraviglia – prosegue il pesarese – perché è la stessa posizione assunta dalla Corte Costituzionale e questo parere è stato reso già nei confronti di altri Comuni intenzionati a fondersi. Davvero non capisco con quanta arroganza si pretenda di dire che per Pesaro tutto il sistema verrà ribaltato. La cosa triste – conclude il grillino – è che al Ministero mi hanno anche garantito che se venisse loro richiesto un parere sull’argomento risponderebbero in pochi giorni. Ma allora perché nessuno rivolge loro questo quesito per i Comuni di Pesaro e Mombaroccio? Questa Amministrazione porta avanti testardamente un errore che in pochi giorni verrebbe chiarito. Evidentemente fa molto comodo a tutti che la verità venga a galla a fusione avvenuta, quando ormai l’operazione non potrà essere più revocata. E le promesse mai mantenute graveranno ancora una volta sulle spalle dei cittadini».