«Saremo un Comune veramente... unico»

I sindaci Maurizio Gambini di Urbino e Nello Gresta di Tavoleto spiegano tempi e passaggi dell’operazione fusione. Scatta il confronto con i cittadini nelle assemblee per spiegare ogni aspetto L'INCHIESTA I tavoletani si interrogano. Ecco cosa pensano

Da sinistra, Nello Gresta e Maurizio Gambini (Foto Solidea Vitali Rosati)

Da sinistra, Nello Gresta e Maurizio Gambini (Foto Solidea Vitali Rosati)

Urbino, 2 ottobre 2015 - Con l’approvazione dei consigli comunali di Urbino e Tavoleto, ieri è arrivata in Giunta regionale la richiesta da parte dei due territori di un cambio di assetto territoriale: la fusione per incorporazione tra Urbino e Tavoleto.

Se l’iter istituzionale è iniziato nei fatti, tanto che lunedì 5 ottobre la Regione dovrebbe accogliere la richiesta di proposta di legge, il percorso politico, dopo una prima fase interlocutoria tra gli amministratori utile a produrre il passaggio consiliare, vedrà nell’incontro con i cittadini la prossima tappa.

Se Urbino, infatti ha stabilito per lunedì 5 ottobre alle ore 21 nella sala Raffaello del Collegio Raffaello, in piazza della Repubblica, la prima assemblea pubblica per discutere vantaggi e conseguenze di questa operazione, «Tavoleto – conferma il sindaco Nello Gresta – seguirà a breve».

I tavoletani lamentano una scarsa informazione da parte della maggioranza su un passaggio epocale per la storia del paese: Gresta ha spiegato al Carlino le ragioni alla base del suo comportamento.

«Credo che la fusione per incorporazione di Tavoleto con Urbino sia un’opportunità che i tavoletani dovranno prendere in seria considerazione – esordisce Gresta –. I tempi per poter contare sui benefici economici di cui si è già anticipato sono stretti: è necessario arrivare alla fusione entro il 31 dicembre, per cui la Regione ci ha comunicato l’iter da seguire sulla base delle leggi di riferimento. Anche se Tavoleto non ha patto di stabilità, di certo fondendosi con Urbino eviterà il commissariamento da default poiché altrimenti difficilmente con 100mila euro circa di debito riuscirà a chiudere il proprio bilancio. Inoltre, in termini di incentivi statali relativi a processi di fusione, si stima che Tavoleto potrà contare su circa 40mila euro l’anno per i prossimi dieci anni».

Le dimensioni dei comuni Urbino e Tavoleto

Perché non avete incontrato i cittadini, anche solo per prospettare questa ipotesi?

«Sono venuto a conoscenza di questa opportunità grazie al nostro segretario comunale, il dottore Michele Cancellieri, a metà settembre. Mi sono preoccupato di capire se come Municipio avremmo avuto garanzie di autonomia».

Che cosa è emerso?

«Per un paio di settimane si sono cercate strade percorribili dal momento che la legge Delrio riconosce un certo decentramento a tutela delle comunità incorporate; la Regione Marche può definire il nuovo assetto previo referendum consultivo, ma i cosiddetti rapporti tra i due territori saranno quelli che scaturiranno dagli accordi presi tra le amministrazioni Urbino e Tavoleto prima del referendum. Cioè quelli che verranno recepiti dallo Statuto di Urbino che dovrà essere integrato entro tre mesi dalla fusione».

Quindi?

«Il testo che integrerà lo Statuto sarà concordato tramite protocollo d’intesa dalle due amministrazioni e approvato da entrambi i consigli comunali prima del referendum».

Ma lo Statuto può sempre essere modificato...

«Vero, ma se la modifica dovesse interessare i rapporti con Tavoleto allora si potrebbe prevedere il coinvolgimento della popolazione, magari con un referendum vincolante. Mettiamo che tra dieci anni Urbino volesse modificare lo Statuto andando cambiare il rapporto con il Municipio di Tavoleto, prima di poterlo fare, dovrà tenere conto dell’opinione dei tavoletani. E questo sarà possibile inserendo l’ipotesi di un referendum vincolante».

Insomma a Gresta è stato chiaro fin dall’inizio che aldilà delle questioni economiche, i tavoletani sarebbero stati interessati ad avere risposte riguardo a garanzie di autonomia e margine d’azione per poter incidere sullo sviluppo del proprio comprensorio una volta incorporato...

«Sì. Per questo prima di portare in Consiglio comunale la proposta, ho cercato di mettere a fuoco le caratteristiche del municipio».

I confini del nuovo comune d'Urbino

Cosa sarà secondo lei il Municipio?

«Direi una circoscrizione di Urbino a statuto speciale. Un’articolazione del Comune di Urbino, le cui funzioni e le competenze saranno stabilite nello Statuto e i cui contenuti andremo ad elaborare nei prossimi giorni, quando entreremo nello specifico degli accordi con Urbino. Questi accordi saranno elaborati attraverso il confronto con i cittadini che andremo a fare e con i tecnici. Posso dire già da ora che il Consiglio municipale sarà composto da tre persone compreso il prosindaco. In linea generale avremo facoltà propositive e di indirizzo sulle priorità del nostro territorio».

Ma questi accordi non dovrebbero essere presi prima del prossimo Consiglio comunale?

«Certo sarebbe più opportuno che si riuscisse ad avere un protocollo d’intesa prima del prossimo consiglio comunale affinché l’organo rappresentativo tavoletano possa avere maggiore consapevolezza nell’approvare la proposta di legge che ci arriverà dalla Regione. Ma dal momento che gli accordi non servono all’iter istituzionale per proseguire, poiché saranno recepiti entro tre mesi dalla fusione, quale integrazione allo Statuto del Comune di Urbino, si può procedere con ritmi diversi. E’ mia intenzione spendere i prossimi 15 giorni recependo contributi e osservazioni da inserire negli accordi».

Ma questo non pregiudica la tabella di marcia?

«In tutto l’iter, in generale, per ogni atto si deve stare dentro i sessanta giorni di pubblicazione. Unico tempo non comprimibile – osserva il sindaco Gresta – sono i 45 giorni di campagna informativa pre referendum, perché i cittadini abbiano tutto il tempo di farsi un’opinione. Ma il calendario, con il referendum verso i primi di dicembre, ce lo permette ampiamente. Come vede c’è tutto il tempo per recepire i contributi dei cittadini. E soprattutto con Gambini abbiamo stabilito che se l’esito referendario dovesse mostrare la contrarietà dei cittadini allora noi proporremo alla Regione di non proseguire con l’iter istitutivo».

(articolo uscito nella edizione cartacea di Pesaro, il 2 ottobre 2015 alle pagine 20 e 21)